Le piccole e medie imprese della Lomellina tirano un sospiro di sollievo: da oggi, infatti, non devono più preoccuparsi dell’articolo 10 del Decreto Crescita. Ovvero dell’articolo che aveva introdotto il fatidico “sconto in fattura”.
Grazie al pressing che Confartigianato Imprese sta esercitando dal mese di luglio, nel nuovo anno chi effettuerà lavori di riqualificazione energetica o antisismica non potrà più chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa avrebbe potuto poi farsi rimborsare dallo Stato in cinque anni tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare in compensazione. Il provvedimento – secondo quanto più volte denunciato da Confartigianato – avrebbe scaricato direttamente sull’impresa, quasi sempre di piccole dimensioni, gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento stesso, rischiando di metterla fuori mercato.
Il Parlamento, anche dopo il pronunciamento dell’Autorità Garante della Concorrenza, ha cancellato il provvedimento grazie a un emendamento alla manovra approvato dalla commissione Bilancio del Senato.
Il risultato di Confartigianato mette così al sicuro le piccole e medie imprese del “settore casa” (costruzioni, installazione impianti, serramenti) da una misura lesiva e penalizzante.
«A livello nazionale ci siamo mossi con forza, senza sconti e per mesi: in questa partita il rischio per le piccole e medie imprese di finire fuori mercato e di pagare un conto salatissimo era troppo alto per non unire le forze e chiedere con insistenza la retromarcia» annota con soddisfazione Confartigianato Imprese Lomellina, Luigi Grechi
«Il settore casa ha bisogno della piccola e media impresa, e i cittadini hanno la necessità di poter contare su un mercato ampio, composto da operatori qualificati, competenti e in grado di offrire garanzie di qualità e professionalità». «Sin dall’introduzione del famigerato articolo 10 del Decreto Crescita abbiamo cercato di far comprendere al legislatore l’impossibilità di riversare su aziende di dimensioni ridotte un onere che neppure lo Stato sarebbe stato disposto a sobbarcarsi e, finalmente, il buonsenso ci ha dato ragione: da domani possiamo tornare a lavorare per sostenere il settore casa con maggiore serenità» conclude Grechi.