E alla fine vinse il partito del sì, abilmente guidato dalla diplomazia. E’ infatti grazie ad un fine lavoro di cesello tra Stati, oltre al buon andamento dei numeri della pandemia in Lombardia, che il consiglio federale svizzero ha fatto sapere oggi che dal 15 giugno riapriranno anche le frontiere con l’Italia. Una notizia tutt’altro che scontata dato che, fino a qualche ora prima, l’intenzione di Berna era quella di limitare i transiti a Francia, Austria e Germania, rinviando a data da destinarsi il ripristino dell’ingresso per gli italiani.
Uno smacco alla luce della decisione italiana di riaprire le porte ai cittadini elvetici dal 3 giugno. Ora, finalmente, la decisione bilaterale, seppure con due settimane di ritardo rispetto all’allentamento delle frontiere deciso dall’Italia.
L’annuncio è arrivato dopo una videoconferenza dei ministri dell’Interno dei Paesi Schengen ed è stata spiegata dal Consiglio federale elvetico con il buon andamento epidemiologico degli altri Paesi europei.
Nella videoconferenza è intervenuto il ministro per le Migrazioni, Mario Gattiker, che ha preso atto della volontà espressa da numerosi colleghi di abolire nuovamente i controlli alle frontiere a partire dal 15 giugno. Per tutta la settimana prossima, tuttavia, l’ingresso in Svizzera da Paesi Ue o Efta resterà possibile solo in caso di “assoluta necessità” che dovrà essere valutata dall’autorità doganale.
Grande la soddisfazione dell’associazione, schierata contro la linea dura della Confederazione, anche a tutela delle tante aziende del settore casa e del settori impianti che da sempre operano oltreconfine e che, a confini ancora chiusi, avrebbero rischiato di accumulare danni economici ingenti.
«A maggio ci eravamo dati due obiettivi per i territori di confine con la Svizzera: via ai ricongiungimenti familiari dal 3 giugno e apertura totale delle frontiere dal 15. Senza grandi proclami ma lavorando con serietà li abbiamo raggiunti entrambi – dichiara il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo del Partito Democratico in commissione esteri – Il Governo ha mantenuto gli impegni con i territori di frontiera in questo momento così delicato. Ho seguito personalmente questa partita curando i rapporti tra le diplomazie e il territorio e ora ci sono le condizioni perché dal 15 giugno possa ripartire l’economia di frontiera a pieno regime».