Un’attesa altissima, come testimonia la Cavallerizza del Castello di Vigevano gremita, nella mattinata di domenica 31 ottobre, nonostante il meteo inclemente. Sia perché l’onorificenza è da sempre tra le più attese, sia perché finalmente è tornata in presenza. Del resto non c’è niente di meglio per un imprenditore di avere una giornata dedicata a lui, che gratifichi ciò per il quale ha faticato per tutta la vita. Il lavoro, quello che a volte non ti fa dormire la notte e che, al contrario, fa spesso tornare a casa col sorriso.
Il premio Fedeltà al lavoro artigiano organizzato da Confartigianato Lomellina ha visto il riconoscimento a 32 aziende del territorio che hanno tagliato il traguardo dei trent’anni di attività. Inoltre l’assegnazione della borsa di studio “Angela Picchi” alla studentessa dell’istituto superiore vigevanese “Caramuel – Roncalli” Vittoria Rebecca Finazzi.
Grande parterre di ospiti
Una mattinata non solo di premiazioni, ma anche di dibattito: una tavola rotonda durata circa 45 minuti ha sviluppato il tema trainante della “transizione ecologica”. Ne hanno discusso Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina, Stella Gubelli (docente Altis Cattolica e grande esperta di sostenibilità) e l’imprenditore vigevanese Costantino Karazissis, fondatore della Italian Converter. Con loro Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato Imprese. Non è l’unico elenco di nomi: impossibile non citare tra i presenti il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa e il suo vice, Antonello Galiani, oltre al primo cittadino di Mortara Marco Facchinotti e a tanti loro colleghi come il vicesindaco di Robbio, Stefania Cesa. Inoltre gli onorevoli Alessandro Cattaneo, pavese, Forza Italia, e il lomellino Marco Maggioni, Lega. Infine ecco lo staff di Confartigianato, il presidente regionale Eugenio Massetti, il presidente e direttore di Confartigianato Varese Davide Galli e Mauro Colombo e il segretario di Confartigianato Lomellina, Roberto Gallonetto.
I premiati
I veri protagonisti erano però loro, i premiati e le loro attività, chiamati sul palco come gran finale. Sono Roberto Ballottin (acconciatore Vigevano), Angelo Basani (lucidatura forme Vigevano), Stefano Bellotti (acconciatore Mortara), Mario Bertarella (riparazione macchine utensili Vigevano), Maria Cristina Boarin (costruzione timbri Robbio), Giuseppe Campanella (autoriparatore Mortara), Maria Flavia Canepa (estetista), Paolo Clerici (acconciatore Vigevano), Maurizio Conti (imbianchino Cilavegna), Mirella Crosta (estetista Robbio), Michele Cruceli (traslochi Vigevano), Tiziana Di Netta (parrucchiera Vigevano), Lucia Ferrarato (lavanderia Vigevano), Mario Ferrari (elettricista e noleggio impianti audio Mortara), Carla Moscatelli (produzione articoli per calzature), Roberto Motta (vetraio Vigevano), Roberto Nagari (produzione cornici Mortara), Giuseppe Oldani (carrozziere Robbio), Marco Oldani (carrozziere Robbio), Maria Patrizia Pegoraro (lavanderia Vigevano), Walter Piccolino (elettricista Vigevano), Angela Pirrone (parrucchiera Vigevano), Paola Pozzati (parrucchiera Vigevano), Cesare Prina (falegname Candia Lomellina), Michele Quagliato (meccatronico Vigevano), Manuela Rategni (parrucchiera Mortara), Laura Riva (parrucchiera Vigevano), Claudio Ruboni (edile Mortara), Robertino Luigi Scanavacca (falegname Cassolnovo), Fausto Truglio (edile Cassolnovo), Vincenzo Truglio (edile Cassolnovo), Claudio Venturini (elettricista Cilavegna).
Il discorso del presidente: «Guardare avanti»
«Dal mazzo non possiamo estrarre vecchie strategie, schemi arcaici e liturgie polverose: finirebbero per condannarci all’irrilevanza sociale, territoriale, istituzionale e imprenditoriale». Così ha esordito Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina al terzo e ultimo mandato. «Trovo – ha proseguito – che sia tempo di andare avanti, di guardare oltre ciò che è stato – e che in parte è ancora – per puntare al tavolo dell’economia le carte dello sviluppo. È evidente a tutti che molto è cambiato e che la geografia del mercato oggi ha connotati che sino a due anni fa avremmo persino faticato a immaginare. Tutto si è spalancato e, per paradosso, pur nel distanziamento si è ravvicinato, generando le condizioni di una nuova identità. Non più solo “un territorio”, ma “territori” che insieme sono in grado di generare sinergie, sviluppo, ricchezza, benessere e opportunità, soprattutto per i nostri giovani».
«Guai ad aver paura di uscire dall’isolamento. Guai a cadere nell’inganno di conservare la nostra identità non condividendola: commetteremo un errore storico che i nostri eredi non ci perdonerebbero, senza capire che la vera identità si forgia con il contributo di quanti dall’esterno credono in noi e nelle nostre potenzialità. E contribuiscono ad arricchirle. Uso una parola quasi abusata in questo periodo: “coraggio”. Dovrà essere il coraggio il faro del nostro guardare oltre, recuperando peso politico e riscoprendo l’importanza di non rimanere isolati nella nostra decrescita infelice. Dobbiamo avere il coraggio di non guardare alla condivisione come ad una condizione che rischia di farci perdere potere e indipendenza. Dobbiamo avere il coraggio di spalancare le porte per acquisire ciò che di buono c’è altrove rendendolo parte di noi e della nostra nuova identità».
Secondo Grechi, per far convergere sulla Lomellina gli immensi fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza bisognerà essere più bravi, più veloci, e più uniti di altri per non rimanere l’unico pezzetto di territorio non bagnato dalle opportunità. Bisognerà strutturare progetti efficaci, realizzabili e innovativi. E bisognerà farlo mettendo a fattor comune le differenti competenze e abilità. «Non si può sbagliare: si deve guardare avanti e crescere tutti insieme, soprattutto in una provincia (quella di Pavia) i cui indicatori economici stazionano nelle posizioni meno brillanti: aziende iscritte alla Camera di Commercio con variazioni (-22,1%) superiori alla media regionale (-12,7%). Emergenza export, sceso del 30,8% tra primo semestre 2019 e 2021 nei settori a più alta concentrazione di piccole e medie imprese (media lombarda: -0,9%). Il crollo del 10,3 del settore manifatturiero nel suo complesso e il più alto in Lombardia».
La tavola rotonda: «Nessuno si salva da solo»
Le imprese affrontano una duplice transizione, digitale ed ecologica. Ma sono ben poche quelle già attive, il 6 per cento. Altrettante hanno in programma di farlo. Le altre per niente. «Non è una rivoluzione – ha chiarito Grechi durante il confronto a quattro – ma un movimento lento e continuo. Per questo occorre fare emergere ciò che molte imprese hanno già fatto, servono collegamenti tra imprese e scuola».
Karazissis: «La sostenibilità come parola d’ordine è stata già lanciata dalla mia azienda, Italian Converter, in tempi non sospetti. Ogni prodotto è certificato. Chiarisco: nessuno ci ha mai aiutati, in nessun modo, nemmeno negli ultimi due anni, neanche quando abbiamo in parte riconvertito la nostra produzione con mascherine di altissima qualità. Per questo non biasimo chi non se la sente. Per molte imprese magari più piccole della mia il problema è la sopravvivenza stessa. Non possono permettersi di spendere in formazione». Anche la professoressa Gubelli sostiene come «ormai tutte le istituzioni chiedono alle industrie di dimostrare la propria sostenibilità», e perfino il mondo della finanza di sta adeguando. Gli stessi prestiti bancari sono valutati in tal senso e il problema dei piccoli imprenditori, spesso, è il non possesso di capitali propri.
«Un’evoluzione – ha aggiunto il presidente di Confartigianato Lomellina – che è passata dall’avere un prodotto non tossico (e sembrava molto, qualche decennio fa) a biodegradabile a sostenibile. Credo che la transizione significhi anche non lasciare indietro nessuno: lo dice perfino papa Francesco. Nessuno si salva da solo». Un dibattito schietto, senza peli sulla lingua, concluso da Marco Granelli, che ha riassunto il tutto. «La Lomellina vuole essere inclusa in questo Pnrr. Siamo un Paese basato sulle piccole imprese. Da qui arriva l’eccellenza e all’estero lo sanno. Trasformiamo io in noi».