UN TERZO TRIMESTRE IN “DECELERAZIONE”
È un trimestre in decelerazione quello disegnato dall’ Osservatorio Trimestrale di Confartigianato Imprese Lomellina: ovvero continua la contrazione dei livelli di produzione e fatturato, ma a una velocità minore rispetto ai due trimestri precedenti. Una notizia da “meno peggio” che lascia comunque trasparire preoccupazione dalle parole del Presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, Stefano Bellati: “Di fatto i livelli produttivi sono in diminuzione da ormai molti mesi – commenta – e al di là che questo calo si sia attenuato i riflessi sulla situazione occupazionale si fanno sentire. Il saldo occupazionale dell’artigianato, settore che rappresenta il bacino occupazionale più ampio in Lombardia, è negativo: aumentano le uscite dal mercato del lavoro ma gli ingressi restano stazionari”.
“Ancora – continua Bellati – la realtà dell’artigianato soffre della sua tradizionale bassa partecipazione all’export.
Il forte attaccamento al mercato interno caratteristico dell’artigianato si trasforma in un punto di debolezza quando l’export è, come ora, l’unico traino della crescita”.
A livello regionale, la contrazione dei livelli produttivi è generalizzata interessando tutti i settori con contrazioni oltre il 10% per carta-stampa (-14,8%), abbigliamento (-12,8%), minerali non metalliferi (11,8%) e legno-mobilio (-10,6%). Più moderato il calo registrato dagli alimentari (-3,3%), dal tessile (-4,9%) e dalle pelli-calzature (-5,3%).
Gli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese artigiane lombarde presentano una contrazione congiunturale (-1,4%), più intensa per l’estero (-3,9%). Anche su base annua gli ordini per l’artigianato sono negativi per entrambi i mercati: -9,2% dall’interno e -2,8% dall’estero. La quota del fatturato estero sul totale per le aziende artigiane rimane però molto contenuta (5,8%). Rimane stabile il portafoglio ordini, con 33,7 giornate di produzione assicurata.
L’occupazione per l’artigianato presenta un saldo negativo (-1,12%) dovuto ad un maggior incremento del tasso d’uscita rispetto al tasso d’ingresso. Non si registrano variazioni sostanziali nella quota di aziende che hanno utilizzato ore di CIG nel trimestre (17,9%), come anche nella quota sul monte ore trimestrale (2,5%).
“Una ricetta per uscire dalla crisi purtroppo non c’è – conclude Bellati– Ma non per questo le aziende artigiane lombarde rinunciano alla sfida di stare sul mercato; per farlo nel migliore dei modi possibili in molti stanno iniziando a percorrere la strada delle aggregazioni: si fa rete per essere più forti e per continuare a fare business anche in un contesto difficile”.