Il Presidente Bellati:
“L’Italia ha perso una grande occasione per difendere la manifattura italiana
rappresentata da 596.000 imprese”
“Stupisce e preoccupa – sottolinea Stefano Bellati, Presidente di Confartigianato Imprese Lomellina – che, proprio nel momento in cui il Governo dedica impegno e risorse per valorizzare le produzioni made in Italy e per rilanciare investimenti e consumi, in ambito europeo il risultato dell’azione della Presidenza italiana vada in direzione opposta”.
Così il leader degli imprenditori artigiani lomellini aderenti a Confartigianato commenta le conclusioni del Consiglio Ue Competitività, riunitosi il 4 dicembre a Bruxelles, che ha rinviato al prossimo semestre a presidenza lettone la decisione sull’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti.
“Prendiamo atto che l’Italia ha perso una grande occasione per difendere l’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui il 58% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti. Con questi numeri, se non è l’Italia a difendere l’identità delle produzioni, quale altro Paese europeo è più interessato?”.
“Confartigianato – conclude Bellati – continuerà a battersi affinchè l’Europa riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio ‘made in’ sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea). Ne va della difesa del patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione”.