Le premesse c’erano tutte e, oggi, le conseguenze sono anche più gravi delle aspettative: il conto – anche economico – del Coronavirus sarà altissimo. «Drammatico» è addirittura l’analisi del presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, Luigi Grechi, che spiega: «Nel corso della settimana della moda, con l’assenza completa di tutti i compratori della Cina e del Sud Est asiatico, avevamo compreso che l’impatto del Covid-19 sulle imprese sarebbe stato notevole, anche per il sistema economico della Lomellina e, in particolare, per le filiere della calzatura e della pelle».
Oggi, quell’annuncio di recessione è diventato dato di fatto, con l’export in frenata brusca e un mercato interno che rischia il congelamento a tempo indeterminato: «Siamo di fronte a un enorme problema sociale, sanitario ed economico» ammette Grechi, che prova a illustrare il quadro della situazione: «Ci sono imprese che, per fare un esempio, hanno bloccato l’accesso ai fornitori e altre che interagiscono attraverso operatori dotati di mascherina. Prevenzione o, in alcuni casi, anche psicosi alla quale è difficile, in un contesto di incertezza così forte, porre un rimedio».
«Non ho davvero idea di come potremo affrontare la situazione e di quale sarà il bilancio finale di questo tsunami: di certo c’è che le imprese sono spaesate». Ma Grechi ha fiducia nella capacità di reazione del sistema economico locale: «Quando, nei giorni scorsi, mi hanno chiamato alcuni amministratori locali per chiedere quale sarebbe stata la reazione delle imprese, ho risposto con convinzione che, come sempre, gli imprenditori sarebbero andati in ufficio e avrebbero affrontato i problemi giorno dopo giorno».
Il tessuto di micro, piccole e medie imprese della Lomellina, insomma, a giudizio del presidente Luigi Grechi non si farà trovare impreparato o, quantomeno, non arretrerà: «La sensazione è quella di vivere un momento surreale e credo di poter condividere questo stato di cose con tutti i cittadini. Ma le aziende, noi imprenditori, resteremo un pilastro del territorio, del lavoro e dell’occupazione». «L’importante – è il monito – sarà ottenere da parte di tutti gli organi decisionali competenti nella gestione dell’emergenza il massimo dell’interlocuzione e della sinergia». Perché, è il ragionamento del presidente, lasciare sole in questo momento le Pmi significherebbe abbandonare il mercato interno sull’orlo del burrone. In attesa che un filo di vento lo spinga di sotto.