La protesta di Confartigianato sull’ obbligo del POS

Il prossimo 30 giugno 2014 – salvo interventi correttivi dell’ultima ora, che al momento non siamo in grado di prevedere – diverrà obbligatoria l’adozione di apparecchiature POS (l’originario termine, peraltro, era stato già oggetto di una proroga con la conversione in Legge del cosiddetto Decreto Mille-proroghe).
L’obbligo è parte di un provvedimento, il Decreto Legge n. 179/2012, che mira ad agevolare la diffusione della moneta elettronica nel nostro Paese, obiettivo condivisibile pienamente per attenuare rischi connessi alla gestione dei contanti, ma che presenta – al momento – non pochi problemi per le modalità applicative legate alla mancanza di gradualità nell’introduzione e ad una errata valutazione di sostenibilità.
L’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito scatterà a partire dal 30 giugno e riguarderà le transazioni di importo superiore a 30 € disposti a favore degli esercenti per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi. Si rammenta anche che per POS si intendono i terminali evoluti con tecnologia di accettazione multipla ovvero che consente l'accettazione di strumenti di pagamento tramite diverse tecnologie, in aggiunta a quella "a banda magnetica" o a "microchip".
“La nostra Confederazione – afferma Stefano Bellati – Presidente di Confartigianato Imprese Lomellina – ha ripetutamente espresso nelle opportune sedi istituzionali le proprie preoccupazioni per le modalità di applicazione del provvedimento. Così com’è regolamentato, infatti, l’obbligo di accettare pagamenti elettronici comporta, per le imprese – ma anche per i cittadini – un considerevole aggravio di costi, soprattutto per quei soggetti economici dal volume di fatturato molto basso o la cui attività prevede margini di redditività molto ridotti; ci sono alcune categorie di imprese per le quali il costo aggiuntivo delle transazioni elettroniche annulla, di fatto, il guadagno dell’operatore, fino ad arrivare addirittura – in alcuni casi – a causare una perdita economica”.
“Poiché la legge istitutiva prevede – prosegue Bellati – che, con uno o più decreti del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia, possano essere disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione, abbiamo ripetutamente proposto:
– l’innalzamento dell’importo minimo oltre il quale si applica l’obbligo di accettare pagamenti elettronici (almeno 50 euro);
– di mantenere una gradualità nell’estensione dell’obbligo, prevedendo fino al 30 giugno 2015 l’esclusione dei soggetti il cui fatturato dell’anno precedente sia inferiore ai 500.000 euro, per abbassare poi tale soglia a 250.000;
– l’esclusione totale dal provvedimento dei settori di attività a basso margine di redditività, individuati attraverso apposito tavolo tra Mise, MEF e parti sociali;
– l’abbattimento dei costi di gestione, attraverso accordi promossi dai Ministeri competenti, dal sistema bancario e dalle associazioni imprenditoriali, prevedendo eventuali sgravi anche sotto forma di credito di imposta.
Secondo il Presidente di Confartigianato Lomellina inoltre “oggi è difficile sapere quanti hanno già installato il Pos per accettare i pagamenti con carta di debito. Secondo una nostra stima, le imprese artigiane che ancora non si sono adeguate sono due milioni e mezzo, forse tre. Esistono difficoltà operative perché non tutte le banche offrono questi strumenti; inoltre la presenza del costo a forfait rende questo mezzo di pagamento antieconomico quando si parla di piccoli importi”.
“Il nostro auspicio – conclude il Presidente Bellati –è che, prima della scadenza del termine del 30 giugno, intervenga un nuovo Decreto Ministeriale che tenga conto di quanto sopra indicato.