La Federazione pavese di Confartigianato Imprese chiede ai Sindaci l’applicazione minima dell’I.M.U.

Renato Perversi e Stefano Bellati, Presidenti di Confartigianato Federazione Pavese, hanno inviato in questi giorni una comunicazione ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Pavia e agli esponenti politici ed economici provinciali per chiedere l’applicazione dell’aliquota minima prevista dalla normativa in materia di I.M.U.

“L’introduzione in via sperimentale dell’IMU causerebbe infatti alle imprese un esborso devastante – affermano i presidenti – nel caso infatti venissero applicate le aliquote massime (10,6 per mille) si calcola un aumento anche del 120% rispetto alla vecchia ICI, per i locali utilizzati quali beni strumentali, quasi considerandoli, assurdamente, al pari di un attico di pregio in centro storico”.

In provincia di Pavia, il 96% delle imprese ha meno di 9 dipendenti, il che significa che il tessuto socio economico del territorio è prevalentemente rappresentato da artigiani e micro-imprese che ogni giorno “aprono bottega” dando lavoro a migliaia di addetti e con un’attività che coincide sovente con la vita della famiglia, tanto che, soprattutto nelle realtà periferiche, i locali sono utilizzati in modo promiscuo, indipendentemente dal tipo di accatastamento.

Continuando con le proprie dichiarazioni i Presidenti evidenziano:

“Non possiamo sottacere la nostra ferma contrarietà alle campagne denigratorie nei confronti degli artigiani, colpevoli secondo una teoria qualunquistica e superficiale, di evasione fiscale.

La maggior parte degli artigiani paga regolarmente, anzi, ci permettiamo di asserire che paga anche troppo; l’imposizione fiscale e tributaria raggiunge quasi il 60% di quanto fatturato, e  non vorremmo che la percentuale, con l’applicazione dell’IMU sia destinata ad aumentare ancora.

I Sindaci devono comprendere queste richieste perché oggi, nelle condizioni di crisi in cui siamo, le imprese artigiane non hanno bisogno di nuovi balzelli, ma di politiche e strategie condivise che coinvolgano e valorizzino le componenti sociali per poter tornare a crescere”.

Il calo del lavoro, i ritardi nei pagamenti, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei carburanti hanno già prosciugato le finanze delle imprese. Non vorremmo che questa nuova tassa fosse la classica goccia che fa traboccare il vaso ormai colmo, mettendo in ginocchio tante aziende che finora hanno resistito. Occorre un vero sostegno alla micro e piccola impresa, perché se non c’è impresa non c’è lavoro e non ci sono posti per i dipendenti.

 “Pertanto, soprattutto nel caso di Comuni con una situazione di bilancio positiva, i Presidenti di Confartigianato Federazione pavese chiedono di tener conto di quanto affermato e di promuovere in sede decisionale, l’applicazione dell’aliquota minima prevista dalla normativa, scelta che risulterebbe eticamente corretta”. Hanno poi concluso i Presidenti.

Renato Perversi

Stefano Bellati

CONFARTIGIANATO FEDERAZIONE PAVESE