Da strumento di accertamento (gli studi di settore) ad una modalità per misurare l’affidabilità del contribuente e attribuire elementi di premialità (gli Isa).
QUALCHE PROBLEMA C’E: CHIESTO IL PARERE DELLA COMMISSIONE
Confartigianato Imprese ritorna sulla questione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale: «Nella prima fase di applicazione del nuovo strumento di “compliance”, la riforma ha comportato per le imprese, e per gli intermediari che le assistono, criticità e difficoltà operative». E’ per questo che l’Associazione, insieme alle altre organizzazioni che fanno parte di Rete Imprese Italia, chiede la convocazione della Commissione degli Esperti per analizzare e superare i problemi emersi in questa prima fase.
LE CRITICITÀ
In particolare, Confartigianato segnala che «è mancata una fase di sperimentazione e la necessaria comunicazione istituzionale che avrebbe permesso di comprendere meglio il nuovo strumento. Alcune criticità sono derivate anche dal ritardo nell’emanazione di circolari esplicative, e decreti ministeriali, in grado di spiegare aspetti nuovi di natura metodologica e di efficacia applicativa ai fini fiscali degli Isa, anche con riferimento alla definizione dei valori e dei dati precalcolati forniti dall’Agenzia delle Entrate. I ritardi anche nel rilascio del software, e gli eccessivi aggiornamenti ai quali è stato sottoposto, hanno poi comportato l’incertezza sui risultati».
UN NUOVO RAPPORTO CON IL FISCO: SE NE ERA PARLATO IL 24 LUGLIO
D’altronde, Confartigianato non è nuova alla richiesta di chiarezza su questo fronte: è del 24 luglio scorso l’incontro tra l’Associazione (e le altre realtà di Rete Imprese Italia) con i vertici dell’Agenzia delle Entrate e della Sose (la società per azioni Soluzioni per il Sistema Economico creata dal Ministero dell’economia e delle finanze, e dalla Banca d’Italia, per l’elaborazione degli Isa) per affrontare i limiti e le opportunità di uno strumento che ha, fra i primi obiettivi, quello di cambiare completamente l’approccio nei rapporti tra fisco e contribuenti. Perché «se gli studi erano uno strumento che nasceva seguendo dinamiche di accertamento», aveva detto in quel mese di luglio, a Roma, Enrico Polella, Capo ufficio Gestione Isa dell’Agenzia delle Entrate con Paolo Valerio Barbantini, vicedirettore dell’Agenzia – «gli Isa intendono applicare leve positive per il corretto assorbimento degli obblighi fiscali. Fondamentalmente, con un approccio che incentiva l’adempimento spontaneo dei contribuenti”.
ESIGENZE DI TEMPO E TRASPARENZA
Però, «se la strada imboccata con gli Isa può essere quella giusta – sottolinea Confartigianato – bisogna anche che ci siano azioni correttive (più volte annunciate da Sose) sulla metodologia di costruzione degli Indici. Insomma, ad oggi serve una messa a punto di questi strumenti. E serve in tempi rapidi». Da qui il coinvolgimento della Commissione, che è l’organo al quale è stato affidato l’incarico di esprimere un parere sull’idoneità degli Isa e su come poterli modificare in linea con le esigenze degli imprenditori. Esigenze di tempo e di trasparenza.
GLI INDICI: UN SISTEMA DEFINITO “PIÙ EQUO”
Sul cambio di passo introdotto dagli Indici di affidabilità si era espressa anche Confartigianato Imprese Varese: «Un cambiamento sostanziale al quale avvicinarsi con attenzione e con la consapevolezza che siamo di fronte a due modelli di analisi completamente differenti: gli Isa sono diversi dai vecchi Studi di settore. Ma anche un nuovo mondo nel quale devono entrare le imprese traendone suggerimenti utili per il proprio modo di operare e, al contempo, beneficiando di questo sistema unanimemente definito più equo nell’assolvimento degli obblighi tributari».
Il cambiamento interesserà 3,5 milioni di contribuenti italiani.