Se il Made in Italy tira, e la cosa appare sempre più ovvia a chiunque capisca un minimo di marketing, è anche vero che tutto il mondo non è paese, e che esistono potenziali acquirenti che (giustamente) cercano cose diverse perché è diverso il loro gusto, lo è la loro estetica, lo è la loro tradizione così come il modo di pensare l’arredamento di casa propria o della propria ditta.
Proprio per questo appare affascinante Idf Oman 2023, la fiera a Muscat (la capitale dello Stato della penisola arabica) iniziata l’8 maggio, e che terminerà due giorni dopo. Si tratta di 72 ore intense. Un evento dedicato ad espositori nazionali ed internazionali del settore arredamento per la casa, finiture d’interni, attrezzature indoor e outdoor, luxury lifestyle, tessile, illuminazione, arredo-bagno e ristrutturazione, non può non avere come protagonisti gli stand di aziende italiane.
Matteo Campari è export specialist di Artser. Accompagna le aziende, le guida, dà consigli, fa da interprete e mediatore. Ritmi febbrili per lui, ma tanta soddisfazione. Come al solito, i suoi sono reportage sul campo, come brevi, concisi ed efficacissimi “bollettini di guerra” tra uno spostamento e l’altro, una trattativa e una presentazione. Per fortuna qui il conflitto non c’entra nulla. Si parla solo di relazioni tra persone diverse, con nomi per noi a volte difficili da pronunciare. Di trattative, domande, interesse reciproco, di creazione di rapporti di scambio. Campari, due ore avanti rispetto all’Italia, parlava di 37 gradi di temperatura massima e di un evento appena iniziato, dove iniziavano a fare capolino i potenziali compratori. Omaniti, chiaramente, ma anche persone degli altri Stati limitrofi: Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia Saudita, Iran. Ma, in generale, persone da dovunque, tutte attratte dall’eccellenza e dalla qualità nostrana.
Campari segue due aziende toscane, una modenese, una di Vigevano, la Italian Converter, specializzata in tessuti di alta qualità, innovativi, per l’abbigliamento e il design. Le altre ditte si occupano di complementi di arredo in vetro, di prodotti di ceramica e vasellame, di arredamento classico. «Qui, in Oman – spiega Campari – prediligono uno stile ancora sovrabbondante, non certo il “minimal” a cui ci stiamo abituando noi. Ma comunque le aziende italiane sono in grado di rispondere adeguatamente, ed arrivano designer locali, arredatori, architetti, e chiedono informazioni che poi i nostri produttori col mio aiuto dovranno coltivare. La qualità italiana va incontro ai gusti locali, e noi li indirizziamo verso i nostri punti di forza, sobri o meno che siano».
La presenza italiana si sta anche radicando in loco. Sempre più imprenditori decidono di stanziarsi qui, in uno dei Paesi più belli e avanzati della zona. Una scelta che va di pari passo col turismo, in aumento. Capita anche che chi vada alla fiera, poi ne scopra le bellezze, antiche moderne o gastronomiche che siano.