Sembra un paese piccolo e lontano, ma il Giappone è un mercato da guardare con interesse. Per più ragioni. Che nel 2019 diventano concrete.
Il Giappone è un mercato “europeo”
La prima ragione e quella più importante è questa: il 6 luglio 2017, l’Europa e il Giappone hanno firmato uno dei più grandi accordi di libero scambio finora conclusi dall’UE, che entra in vigore nel 2019 e toglie i dazi sulla quasi totalità delle esportazioni europee.
Le aziende del settore agroalimentare, per esempio, vedranno eliminati tutti i dazi su numerosi prodotti (vini, formaggi secchi, pasta, biscotti, cioccolata, amidi, fecole, ecc.). E anche i settori per cui rimarranno i dazi avranno il vantaggio di una riduzione tariffaria (carni, formaggi morbidi, latte, ecc.).
Il settore dei beni industriali beneficerà dell’eliminazione totale dei dazi doganali su diversi prodotti (in particolare i prodotti chimici, plastici, cosmetici, tessili, ecc.).
E nel complesso l’entrata in vigore dell’accordo dovrebbe portare a un aumento delle esportazioni europee del 30%, fino a un aumento del 170% per quanto riguarda le esportazioni di specifici prodotti alimentari, come le carni e i formaggi.
Dal food alla meccanica
Il Trattato punta a stimolare proprio l’export dell’agroalimentare europeo, infatti favorirà la competitività e l’esportazione di prodotti alimentari e bevande, soprattutto per i produttori del comparto vini, liquori, formaggi, prodotti caseari, carni bovine e suine, e prodotti ittici, quali il tonno.
Per approfondire: Elementi chiave dell’accordo di partenariato economico UE-Giappone (PDF)
Ma il Giappone è già il sesto partner commerciale dell’Europa, un mercato che le aziende europee conoscono bene perché:
- Esportano circa 58 miliardi di euro in beni e 28 miliardi di euro in servizi ogni anno;
- Nel 2016, la categoria macchinari e mezzi di trasporto (apparecchiature meccaniche ed elettriche, autoveicoli, veicoli ferroviari, ecc.) ha rappresentato il 37% dell’export europeo totale nel paese;
- A questa hanno fatto seguito le esportazioni di prodotti chimici (25%), prodotti manifatturieri (22%), beni primari, quali i prodotti agricoli, le materie prime e l’energia, che hanno rappresentato il 14% dell’export europeo.
L’Italia c’è già
Il nostro paese è il terzo partner commerciale europeo del Giappone e nel 2016 le esportazioni italiane in Giappone hanno registrato un incremento del 9,6% per un totale di 6,03 miliardi di euro.
Molte aziende italiane hanno già spazio in Giappone. Infatti già solo nel 2015:
- L’abbigliamento rappresenta il 14,1% dell’export italiano;
- La categoria degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi rappresenta il 13,5% dell’export totale;
- Gli articoli in pelle e simili (escluso l’abbigliamento) pesano per l’11,4% dell’export italiano;
- I prodotti alimentari hanno rappresentato il 9,6% dell’export per un valore di 596 milioni di euro.
Altre categorie trainanti dell’export italiano sono state:
- Quella dei macchinari (8,6% dell’export totale), dei prodotti farmaceutici (7,5%) e chimici (6,6%);
- Il settore dei computer, dei prodotti di elettronica e ottica (apparecchi elettromedicali, di misurazione, ecc.) che ha rappresentato il 3,4% dell’export totale per un valore di 216 milioni di euro;
- Il settore dei prodotti tessili, che ha rappresentato il 3% dell’export italiano per un valore totale di 184 milioni di euro.
Partendo da questi dati, già positivi, del 2015/2016, l’accordo con l’Europa fa presagire un ulteriore miglioramento delle performance.
Dove cercare opportunità?
Le opportunità di aprire nuove rotte per l’Italia sono quindi giustificate da più ragioni.
Per questo in primavera Confartigianato Imprese organizzerà un seminario specifico sul Giappone, con l’intenzione di presentare precisi focus sui settori di punta, quelli che daranno maggiori prospettive commerciali e sulle migliori strategie per ottenere risultati.
Va poi ricordato che c’è un’occasione da non perdere: il Giappone sta lavorando per l’organizzazione delle Olimpiadi nel 2020, che apriranno alle aziende italiane nuovi canali nei settori turistico, tecnologico, dei trasporti, delle infrastrutture, e delle costruzioni.
Che Paese è
Il Giappone è un territorio insulare, costituito da un arcipelago prevalentemente montuoso (circa al 75%) composto da 4 isole principali (Hokkaidō, Honshū, Kyūshū, Shikoku) e un migliaio di isole e isolotti minori.
Ha come forma di governo la monarchia costituzionale, una popolazione di 127 milioni (2017) distribuita prevalentemente (93,5 %) in aree urbane. Con una popolazione di un’età media di 46,7 anni, il Giappone ha un PIL nominale di 3.774.210 € (2017) e pro-capite di 39.517 € (2017), in crescita nel 2017 dello 0,8%.
Per ulteriori informazioni:
Matteo Campari
matteo.campari@artser.it
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