Mai avere paura. Credi in ciò che fai, nel tuo lavoro, nei tuoi investimenti, nella tua azienda e in chi ci lavora. Credi nel futuro e, se sbagli, tirati su le maniche e ricomincia da zero. Sentir parlare Andrea Meloni di 47 anni e la moglie Erika Mascheroni (che di anni ne ha 45) è come entrare in una grande avventura imprenditoriale e familiare: la loro, delle loro tre bimbe Beatrice, Camilla e Giorgia, della Nuova Tecnostampa di via dei Campazzi a Gerenzano (ancora per poco) e dei 23 dipendenti che contribuiscono a rendere questa litografia-cartotecnica-fustellatura sempre un po’ più grande.
Ed è pensando alla strada fatta dall’inizio dell’avventura (1987) in un capannone di Gorgonzola grande trecento metri quadrati o poco più ad oggi – con l’imminente trasloco in una struttura di 3500 metri quadrati di produzione a Uboldo – che Andrea ed Erika hanno scelto di brindare ai trent’anni di sacrifici e di investimenti. Regalando a sé stessi, ai dipendenti e alle rispettive famiglie (quaranta persone in tutto) sei giorni di relax in un resort all inclusive di Tenerife, l’isola dove una ex collaboratrice rimasta nel cuore di tutti ha scelto di trasferirsi da qualche tempo. Una sorpresa per lei ed una, ancora più grossa, per i dipendenti, italiani e stranieri (in due arrivano dal Marocco e tre dall’Egitto) d’età compresa tra i 20 e i 35 anni.
«I nostri ragazzi tifano per noi e per l’azienda, vedono gli investimenti che facciamo per mandarla avanti e sentono di avere un futuro sicuro – spiegano Erika e Andrea – Per questo un giorno, parlando di welfare aziendale, ci siamo detti “perché non fare un viaggio tutti insieme per andare a trovare Antonia, la nostra ex collaboratrice, e vivere un’esperienza nuova”?». E l’esperienza ha funzionato diventando l’ennesimo modo per rafforzare quella solidità e convergenza di intenti che rende la Nuova Tecnostampa una piccola azienda grande prima di tutto nel cuore. E, non meno importante, nella testa e nella determinazione della coppia che la guida da che papà Eugenio Meloni l’ha rilevata assieme a un socio.
«All’inizio c’era solo la stampa, e funzionava. Poi, nel 2004, un cliente specializzato in cartotecnica ha chiuso e abbiamo deciso di portare al nostro interno anche quella attività». Una decisione giusta, una svolta per tutti che porta l’azienda ad espandersi migrando prima a Vignate (500 mq), poi a Solaro e Gerenzano. Anche i dipendenti aumentano con il tempo: dai quattro iniziali (papà Eugenio, il figlio Andrea, il socio e un dipendente) si arriva a cinque, poi nove e così via, a salire fino ai 25 di oggi.
Un anno importante per sancire una sorta di spartiacque tra un “prima” e un “dopo” è il 2009, l’anno del trasferimento a Solaro (600 mq), dell’ingresso in azienda di Erika – commerciale con una bella esperienza alle spalle – e della crisi, che fa chiudere uno dopo l’altro i giganti della stampa e della cartotecnica, piegati da un eccesso di costi da sostenere. «Ci siamo detti che in questi momenti è giusto tirarsi su le maniche e così abbiamo fatto, sfruttando la nostra flessibilità e mettendoci a lavorare come matti per far fronte ai clienti rimasti senza fornitori a causa della chiusura dei nostri competitor». Anni di lavoro matto e disperatissimo (sabati, domeniche e serate in azienda non si contavano, a un certo punto).
E’ in quegli anni – fino al 2011 – che arrivano nuove macchine, come la “due colori più vernice” che non smette mai di lavorare. E le commesse, una dopo l’altra, vanno a destinazione «perché i primi a credere che ce l’avremmo fatta eravamo noi».
«Se avessimo avuto anche solo per un attimo il timore di non farcela, se non avessimo cavalcato l’onda, non saremmo arrivati fino qui: è andata bene anche perché i clienti hanno creduto in noi». Così gli investimenti in macchinari continuano, per restare sempre al passo con i cambiamenti di un settore competitivo come quello della stampa e cartotecnica per la farmaceutica e la cosmesi. E allora, spazio a due fustellatrici (una usata e una “piega e incolla” per la quale attingono a Nuova Sabatini e superammortamento) con l’obiettivo di fare sempre meglio, un po’ anche grazie ad una super “cinque colori” che entra in famiglia nel 2014 quando – per la Nuova Tecnostampa – la crisi può dirsi archiviata. E arrivano le prime certificazioni di qualità che fanno crescere il valore.
E’ a questo punto che si inizia a pensare al nuovo capannone di Uboldo: un investimento immobiliare per patrimonializzare l’azienda, in attesa di puntare sulla nuova tecnologia UV Led.
Nel capannone della Nuova Tecnostampa, le confezioni di farmaci e integratori che si formano passo dopo passo, stampa dopo stampa, macchina dopo macchina, rimandano a marchi e nomi noti. Qualcuna ha la scritta in italiano, altre in arabo e altre ancora in inglese. Tutte le lingue, tutto il mondo per la piccola grande aziende dove creatività, flessibilità, tecnologia e determinazione fanno il paio con la forza di una squadra che oggi dialoga vis-a-vis e in un gruppo WhatsApp dove l’immagine della vacanza vissuta tutti insieme resta il ricordo più bello. Il primo, s’immagina, di tanti.