L’accordo si è trovato, e finalmente il Consiglio dei ministri ha approvato i decreti sulla legge fiscale e sulle semplificazioni. Al traguardo anche il Ddl bilancio e il Documento programmatico di bilancio (Dpb) destinati a Bruxelles. Alcune fra le tante novità, impatteranno direttamente sulla gestione aziendale.
Pace fiscale o mini condono?
Valida solo per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi. I contribuenti potranno sanare la loro posizione con il fisco, pagando il 20% di ciò che non è stato dichiarato in 5 anni. Però si potrà anche integrare fino ad un massimo del 30% in più, rispetto alle somme già dichiarate, fino ai 100 mila euro.
Rottamazione ter delle cartelle: rate più lunghe
A chi aveva già beneficiato della rottamazione bis, versando almeno una rata, viene data la possibilità di ridefinire il debito con il fisco (nel periodo che va dal 2000 al 2017) a condizioni agevolate e senza pagare sanzioni o more. Il pagamento delle cartelle a Equitalia potrà essere dilazionato in 5 anni (non più in due) con due versamenti l’anno semestrali, entro il 31 luglio e il 30 novembre. Il tasso di interesse passa dal 4,5% al 2%. Verranno cancellate anche le mini-cartelle relative al periodo compreso tra il 2000 e il 2010 con importo fino ai mille euro. A questo si aggiunge la definizione agevolata delle controversie tributarie, con lo “sconto”: infatti in caso di vittoria in primo grado, si potrà chiudere il contenzioso pagando il 50% della pretesa; in secondo grado basterà il 20%. Il gettito atteso dall’operazione, nei prossimi 5 anni, è di 6,2 miliardi di euro.
Fattura elettronica e “lotteria degli scontrini”
La e-fattura entrerà in vigore il 1° gennaio 2019, ma in modo soft: nei primi sei mesi non ci saranno sanzioni per chi emette la fattura oltre il termine previsto ma entro la liquidazione di periodo. Dal mese di luglio 2019, invece, sarà permessa l’emissione entro i 10 giorni dall’effettuazione dell’operazione. Debutteranno, ma in due tempi, anche gli scontrini digitali: l’obbligo, dal 1° luglio 2019, interesserà i soggetti con un volume d’affari fino a 400mila euro. Nel 2020 sarà esteso a tutti. Dal 2020, invece, si darà il via alla lotteria degli scontrini. Dalla e-fattura si stima un recupero di 2 miliardi di euro.
La proroga della Cigs
Ne potranno beneficiare anche le imprese con meno di 100 dipendenti e chi ha firmato un contratto di solidarietà. La proroga di 12 mesi ci sarà solo nei casi di riorganizzazione aziendale (che chiede investimenti impegnativi) o per i piani di recupero occupazionale (che necessitano di tempi abbastanza lunghi). Se richiesta per ragioni di crisi economica, la proroga arriverà ad un massimo di 6 mesi. I fondi a disposizione sono di 60 milioni (ancora per il 2018); il prossimo anno si arriverà a 100 milioni di euro.
Partite Iva: la flat tax fino a 100mila euro
L’aliquota sarà fissata al 15% per le partite Iva con ricavi e compensi fino a 65mila euro. Dal 2020, però, il tetto arriverà a ricavi fino ai 100mila euro. Ne saranno interessati 1,2 milioni di artigiani, commercianti e professionisti. Per le nuove attività, l’aliquota sarà invece fissata al 5%.
Mini-Ires
L’Ires sarà scontata dal 25% al 15% e interesserà le spese effettuate dalle imprese per assumere o per acquistare beni strumentali. Attenzione però: si parla di spese incrementali rispetto ai costi sostenuti nel 2018. Per finanziare la flat tax e gli sgravi sull’Ires, il governo cancellerà l’Imposta sul reddito degli imprenditori (che sarebbe dovuto entrare in vigore nel 2019) e l’Aiuto alla crescita delle imprese.
Iper e super ammortamento
La proroga del superammortamento fiscale (strumento in vigore per gli investimenti effettuati fino al termine del 2018) non è più prevista. Nel 2019, invece, sarà ancora valido l’iperammortamento inserito con il Piano Impresa 4.0 per l’acquisto di beni digitali. Rispetto alla prima proposta (si parlava di un 280% per investimenti fino ai 500mila euro), verranno ridotte le aliquote di maggiorazione della deduzione.
Pensioni e Ape sociale
Ecco arrivare la famosa “quota 100”: pensionamento a 62 anni con 38 anni di contributi. Sul tavolo anche la proposta di una pace contributiva che prevede il possibile rimborso, fino a 5 anni, dei versamenti mancanti. Non ci saranno né interessi e né more. L’Ape sociale sarà prorogata. Assegno fino a 1.500 euro al mese a carico dello Stato per alcune categorie disagiate. Che potranno andare in pensione a 63 anni di età. Si tratta di disoccupati, invalidi, lavoratori con disabili a carico (a queste categorie sono richiesti 30 anni di contributi). A chi svolte, invece, attività “gravose” si chiedono 36 anni di contributi. La proroga interessa anche la cosiddetta “opzione donna”: le lavoratrici con 58 anni di età (se dipendenti) o 59 (se autonome) con 35 anni di contributi potranno andare in pensione con alcuni anni di anticipo ma con un assegno più basso.