Crediti d’imposta, c’è una chance per tutti: la nostra mappa per orientarsi e scegliere quello giusto

Nella selva dei bonus, ci sono frutti da cogliere ma occorre anche evitare di smarrirne e smarrirsi. Ecco perché più che mai occorre procedere con ordine. Nel 2021 imprese e professionisti possono contare su parecchi crediti d’imposta, un carburante prezioso per (ri)mettere in moto la macchina, farla viaggiare con maggiore decisione e uscire dalla delicata situazione creatasi con l’emergenza sanitaria. Ma come non confondere miscele o sbagliare percorso?

Si tratta di misure che toccano diversi fronti e settori. A partire dagli incentivi del piano Transizione 4.0: la legge di bilancio 2021 li ha potenziati, facilitando così gli investimenti in beni materiali e non solo: quindi dai macchinari e dalla tecnologia, arrivando al fondamentale elemento del capitale umano da formare. Non di sola digitalizzazione si vive e si cresce, però, tant’è che i crediti di imposta fanno leva anche su altri ambiti come la riorganizzazione dell’impresa, interventi per un patrimonio più robusto e capace così di affrontare onde d’urto come quella attuale e altro ancora. In questo contesto, importante mettere a fuoco le finalità, ma anche le modalità e i tempi da rispettare.

TRANSIZIONE 4.0
Partiamo dunque dal credito di imposta per beni materiali 4.0. Destinatarie le imprese per gli investimenti in beni strumentali materiali 4.0, destinati a strutture produttive in Italia, effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022. Possibile anche entro il 30 giugno 2023 a una condizione precisa: che entro il 31 dicembre 2022 l’ordine sia stato accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di almeno il 20% del costo di acquisizione.

Come funziona? Il beneficio prevede per spese inferiori a 2,5 milioni di euro un’aliquota al 50% nel 2021 e al 40% nel 2022. Sopra quel tetto e fino a 10 milioni, rispettivamente al 30% e al 20%. Andando ancora sopra l’ultima cifra e arrivando a  20 milioni,  10% nel 2021 e anche l’anno successivo.

Abbiamo visto come poi siano cruciali i beni immateriali 4.0, con gli stessi termini temporali. Qui il credito di imposta è del 20% dell’investimento, nel limite di costo massimo di 1 milione di euro.

I benefici però sono assicurati anche per investimenti su beni materiali ed immateriali non 4.0. Qui c’è una differenziazione, anzi più di una. Ovvero, nel 2021 aliquota al 10%, nel limite di costo massimo di 2 milione di euro per i beni materiali e 1 milione di euro per i beni immateriali. Chi investe quest’anno in strumenti e dispositivi tecnologici mirati a forme di lavoro agile, può avere un  credito d’imposta del 15%. Per quanto riguarda il prossimo anno, l’aliquota sarà al 6%, sempre con un distinguo: cioè nel limite di costo massimo di 2 milioni di euro per i beni materiali e un milione di euro per quelli materiali.

RICERCA, SVILUPPO, INNOVAZIONE, DESIGN
Ma veniamo a  un altro credito interessante, quello relativo a ricerca e sviluppo, innovazione, design. Beneficiarie sono le aziende che investono in questi ambiti nel 2021 e nel 2022. In particolare per ricerca e sviluppo il credito è del 20% delle spese agevolabili, massimo 4 milioni di euro, mentre per l’innovazione tecnologica del 10% (massimo 2 milioni), così pure per il design e l’ideazione estetica. Se invece gli investimenti innovativi riguardano green e digitale, 15% (sempre sotto i 2 milioni).

FORMAZIONE DEL PERSONALE 4.0
Torniamo sul determinante tasto dell’impresa 4.0, ma per il credito di imposta che riguarda la formazione del personale. Sono comprese iniziative in questo senso nel 2021 e nel 2022, nonché ammessi anche enti non commerciali che esercitano attività commerciali rilevanti ai fini del reddito d’impresa. Qui sono i piccoli ad avere la quota di beneficio più elevata: 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300mila euro. Poi si scende per le medie (40% e 250mila euro) e per le grandi (30% e 250mila sempre). Con un’eccezione sulla percentuale, che può salire a 60 se la formazione in questione si rivolge a categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o ultra svantaggiati.

AUMENTI DI CAPITALE
Ma come si accennava, è un mondo davvero ampio quello del credito d’imposta. C’è quello relativo agli aumenti di capitale: tocca società di capitali e cooperative con ammontare di ricavi relativo al periodo d’imposta 2019 superiore a 5 milioni di euro e fino a 50 milioni, che abbiano subito nei mesi di marzo e aprile 2020, una riduzione dell’ammontare dei ricavi di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima.

Se gli aumenti sono stati deliberati nei primi sei mesi del 2021, il credito di imposta è pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, al lordo delle perdite stesse, fino a concorrenza del 50% dell’aumento di capitale.

BONUS PUBBLICITA’
C’è poi il bonus pubblicità, per  imprese, enti non commerciali e lavoratori autonomi.  Chi effettua investimenti in questo campo, su giornali quotidiani e periodici, anche online, ha questo beneficio: 50% dell’intero valore degli investimenti pubblicitari effettuati. Viene meno il requisito dell’incremento minimo dell’1% rispetto agli investimenti effettuati l’anno precedente. Diverso è il discorso optando per tv e radio locali: 75% del valore incrementale, purché uguale o superiore almeno dell’1%, degli analoghi investimenti effettuati su questo canale nell’anno prima.

RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Da considerare attentamente anche il credito d’imposta per operazioni di riorganizzazione aziendale. Si rivolge a una società risultante dalla fusione, beneficiario della scissione e conferitario di azienda. L’operazione va deliberata dall’assemblea dei soci o dall’altro organo stabilito, nell’arco del 2021. Di per sé il beneficio consiste nella trasformazione in credito d’imposta di una quota delle Dta (attività per imposte anticipate) riferite a perdite fiscali ed eccedenze Ace maturate fino al periodo d’imposta precedente a quello dell’operazione. Al massimo si può usare il 2% delle attività dei partecipanti.

ADEGUAMENTO AMBIENTI DI LAVORO
Attenzione anche al credito d’imposta per adeguamento degli ambienti di lavoro. Non vale più per tutto il 2021, ma solo fino al 30 giugno.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI: www.artser.it