Non 7,5 miliardi, nemmeno 15 come si ventilata ieri, ma 25 miliardi: questa la cifra che il governo Conte immagina di poter utilizzare per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Di questa somma, 20 miliardi sono in deficit, e sono quelli per cui si chiederà l’autorizzazione al Parlamento. Poi, presumibilmente venerdì, il consiglio dei ministri varerà il decreto legge Coronavirus ter «che prevederà interventi per un ammontare di circa 12 miliardi», come annunciato dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri.
La strategia di Palazzo Chigi per scongiurare il collasso dell’economia è stata illustrata dal ministro in audizione di fronte alle commissioni bilancio di Camera e Senato. «È ragionevole ritenere che la caduta del prodotto interno lordo durerà almeno un paio di mesi, a prescindere dagli interventi messi in campo» dal Governo per arginare l’emergenza Coronavirus. Gualtieri ha quindi sottolineato che, in base agli scenari che si realizzeranno, questa caduta potrebbe essere anche più prolungata, senza un recupero immediato, «ma vorrei che fosse chiaro che non mettiamo la testa sotto la sabbia», e ci si prepara invece a tutte le possibili conseguenze economiche del contagio.
Saranno quattro i pilastri del DL Coronavirus ter, che sarà varato venerdì in Cdm: il primo prevede che «garantiremo le risorse per fronteggiare l’emergenza sotto il profilo sanitario e della protezione civile. Un nuovo provvedimento prevederà la possibilità per la protezione civile di utilizzare alberghi e altre strutture per fini sanitari. Saranno poi assunti nuovi medici e infermieri, compresi 200 medici e 100 infermieri per l’Inail».
Il secondo pilastro si basa sull’assunto che «nessuno dovrà perdere il lavoro. Prevediamo la cassa integrazione per tutti» comprese le micro aziende «e integrazione salariale per autonomi, stagionali, operatori dello spettacolo e lavoratori a tempo determinato. Sarà poi rafforzato il congedo parentale e contribuiremo alle spese per la baby sitter».
Il DL punterà poi ad «assicurare la necessaria liquidità alle imprese e alle famiglie». È il terzo pilastro: «Sarà – ha specificato il ministro Gualtieri – rafforzato il Fondo di garanzia per le Pmi, esteso con accesso gratuito, saranno prolungate le garanzie e sarà possibile aumentare le percentuali di garanzia. Prevediamo poi la sospensione delle rate dei mutui per un massimo 18 mesi in caso di riduzione o sospensione dello stipendio. E prevediamo la sospensione delle rate dei mutui e dei prestiti bancari con il sostegno di parziali garanzie statali».
Non finisce qui: «A queste misure si aggiungono le risorse messe a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti e da Sace per sostenere le imprese, che passano da 1 a 7 miliardi. Altri 3 miliardi saranno impiegati per garantire tassi calmierati a Pmi e Mid-cap dalle istituzioni finanziarie aderenti alla “piattaforma imprese”, mentre 4 miliardi andranno a sostenere l’export e l’internazionalizzazione delle imprese». Infine, sempre nel decreto Gualtieri annuncia l’adozione di «misure per sostenere le banche con incentivi che liberino nuovo capitale bancario. Auspichiamo anche adeguati interventi della Bce».