Contratti di lavoro senza rischi: pratiche, strumenti e norme di legge. Ovvero, conoscere e approfondire una tematica complessa e sempre in evoluzione per non incorrere nel rischio, nell’abuso o, addirittura, nella “patologia”. Se ne è parlato lunedì 21 ottobre a Ville Ponti a varese in occasione di un seminario organizzato da Confartigianato Artser con la partecipazione di Claudia Chiuppi, manager servizio di Gestione del Personale e di due ospiti importanti: Marco Bellumore, responsabile processo vigilanza dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Varese e Francesco Salvaggio, direttore generale di Assosomm (Associazione italiana delle agenzie per il lavoro).
Un combinato disposto funzionale e strategico per illustrare ad oltre quaranta imprese presenti tutto quello che c’è da sapere a proposito dei contratti di lavoro attraverso la somministrazione, l’appalto e il contratto, per affrontare un incremento del personale senza incorrere in sanzioni amministrative o, peggio, penali a causa di una volontaria o involontaria “forzatura normativa”.
Crescere nel modo corretto, dunque: questo è il punto. Prevenendo il rischio anche attraverso quell’attività di consulenza ormai strutturale in Confartigianato Artser e il supporto di Itl e Assosomm. A Claudia Chiuppi il compito di inquadrare il tema, illustrando le differenze – sostanziali – tra contratto diretto tra azienda e lavoratore, somministrazione, appalto e distacco per “creare valore” con il lavoro nel modo più corretto e adeguato alle esigenze delle imprese, di piccole, medie o grandi dimensioni.
È entrato invece nel merito del ruolo dell’Itl in chiave di prevenzione del rischio, il responsabile del processo vigilanza dell’Itl, Marco Bellumore: illustrare le modalità con cui l’Ispettorato interpreta le norme significa richiamare l’attenzione degli imprenditori e avvisarli affinché non incorrano nell’errore. «Riscontriamo, di fatti, fenomeni che si sviluppano ormai nella società e che trovano la loro ragion d’essere nel fare impresa in tempo di crisi. Conosciamo le difficoltà, ma tali difficoltà non devono e non possono essere un alibi per violare le norme nel tentativo di mantenere un equilibrio economico-finanziario».
Dura legge, ma legge sempre e comunque. Per questo non devono esserci remore «nel chiedere aiuto ai consulenti dell’associazione prima che si manifesti un problema reale». Un problema che può prendere pesanti derive come la somministrazione fraudolenta e intermediazione illecita, «che non solo ledono le tutele riservate dall’ordinamento al lavoratore (tutele retributive, contributive e di sicurezza) ma, addirittura, sconfinano – come nel caso dell’intermediazione illecita – in fenomeni di vero e proprio sfruttamento lavorativo».
Volontaria o involontaria, la forzatura della norma può dunque produrre conseguenze pesantissime, specie quando in azienda si presenta il bisogno di personale che magari non si ha l’intenzione di assumere per via diretta e che si richiede per un periodo di tempo limitato.
La legge, lo si sappia, fornisce tutti gli strumenti per rispondere al bisogno nel modo più idoneo alle specifiche necessità. Le degenerazioni, di contro, possono arrecare danno all’impresa e, ovviamente, al lavoratore che, anche inconsapevolmente, può incorrere nello sfruttamento lavorativo. E, tra l’altro, il tempo dei controlli, anche serrati, è iniziato.
Che fare, per esempio, se si viene contattati da soggetti che si offrono di fornire personale a prezzi allettanti per un breve periodo di tempo? La risposta è: alzare le antenne e, come prima cosa, verificare che il soggetto disponga di regolare autorizzazione ministeriale per la fornitura di manodopera (vale anche per le coop) ed evitare sperequazioni: il trattamento economico non può essere inferiore a quello applicato dall’azienda ai propri dipendenti. Tra l’altro, è bene sottolineare che, in caso di violazione delle suddette norme, ogni ulteriore inconveniente andrebbe ad aggravare una posizione aziendale già critica. Si pensi in proposito agli infortuni o alla mancanza del permesso di soggiorno.
Chiaro l’appello di Bellumore e di Confartigianato Artser: è fondamentale creare un cordone sanitario a tutela del rispetto della norma, a tutela dell’azienda e del “buon lavoro”. Lo sanno bene i consulenti in forza all’associazione e lo sanno anche le Agenzie per il Lavoro, autorizzate a livello ministeriale e portatrici di occupazione concreta, con il loro bagaglio di 11 miliardi di fatturato e 1.350 miliardi di contributi versati. Numeri riconducibili a 403.423 lavoratori (66% uomini e 44% donne) che operano con tipologie contrattuali a tempo determinato (334.442) e indeterminato (68.991) su tutto il territorio nazionale in un contesto – lo ha ricordato il segretario generale di Assosom Francesco Salvaggio – di crescente professionalizzazione e di costante riqualificazione del lavoratore.
Accanto alla somministrazione, grande attenzione va posta anche ad appalto e distacco. Nel primo caso, Bellumore ha rilevato l’importanza del fatto che l’appalto sia rimesso solo in capo all’appaltatore e che non si passi dall’appalto all’indebita somministrazione di manodopera.
Capitolo a parte quello del distacco che, per legge, deve essere fatto nell’interesse del distaccante e non a beneficio di colui presso il quale il lavoratore viene distaccato. «Si tratta di un percorso di tipo formativo» ha ricordato Bellumore, a scanso di qualsiasi equivoco o, anche qui, di ogni possibile “forzatura”.
Insomma, la legge è legge. Ma lavorare bene, sfruttando la legge, è possibile.
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