“È un trimestre in positivo sul fronte della produzione, che vede l’artigianato registrare incrementi in linea con quelli dell’industria sul fronte della variazione congiunturale. Ma pur soddisfatti di questo risultato, crediamo che per fare una valutazione sulle possibilità di ripresa si debba guardare alle dinamiche di lungo periodo, che raccontano sostanzialmente di una produzione in positivo da 21 mesi”. Così il Presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, Luigi Grechi, commenta i dati relativi all’andamento delle aziende artigiane manifatturiere nel secondo trimestre 2015, che registrano un dato congiunturale relativo alla produzione in crescita dello 0,8% e una corrispondente variazione tendenziale del +1,6%. L’indice della produzione supera la soglia 70 riportandosi ai livelli di inizio 2012 (70,2 dato destagionalizzato, base anno 2005=100).
“In questo quadro – continua Grechi – è interessante notare l’andamento di due settori, ai poli opposti: i minerali non metalliferi, con la produzione che cala di 4,5 punti percentuali e che riflette le difficoltà in cui versa da troppo tempo il settore dell’edilizia; e la meccanica, in crescita del 3,9% e in positivo da quasi due anni consecutivi. Proprio quest’ultimo dato ci fa ben sperare, perché tradizionalmente la meccanica è considerato il barometro dell’artigianato, in grado di anticipare di qualche tempo i segnali sull’andamento del mercato manifatturiero artigiano”.
Sono sei i settori in cui il livello della produzione cresce rispetto a un anno fa, con la gomma-plastica (+7,8%), la meccanica (+3,9%) e la siderurgia (+3,0%) ai primi posti. Incrementi più contenuti si registrano per pelli e calzature (+1,3%), legno-mobilio (+0,5%) e alimentari (+0,3%). I settori con risultati negativi sono: tessile (-5,5%), comparto che nel biennio 2013-2014 aveva vissuto una tenue ripresa e che nel 2015 ha ripreso un andamento negativo, dei minerali non metalliferi (-4,5%), della carta-stampa (-4,1%), delle manifatturiere varie (-1,4%) e dell’abbigliamento (-0,7%).
Lo spaccato dimensionale presenta dati positivi per le tre classi, ma con differenti velocità: le micro-imprese (fino a 5 addetti) mostrano una ripresa meno intensa (+0,8%), quelle fino a 9 addetti hanno un segno positivo più consistente (+1,4%), e le aziende artigiane maggiormente strutturate crescono del 2,4%.
Rispetto allo scorso trimestre, si assiste ad un lieve incremento delle aziende che dichiarano variazioni positive (dal 41% al 42%) e maggiore per quelle che dichiarano stabilità (da 21% a 25%), compensato dalla corrispondente riduzione della quota di aziende che dichiarano variazioni negative (33%).
Il fatturato a prezzi correnti rimasto stagnante per tutto il 2014 e l’inizio 2015, intensifica la crescita registrando un incremento congiunturale dello 0,4% e tendenziale dell’1,4%.
“Restano due elementi a destare qualche dubbio su una effettiva ripresa – conclude Grechi – Il primo sono gli investimenti, ancora a livelli bassissimi. È significativo un dato fornito dal nostro Consorzio Fidi, secondo cui attualmente su 100 richieste di finanziamento meno del 10% avvengono per investimenti. Una percentuale che raggiungeva il 13% un anno fa e ben il 33% prima della crisi. L’altro ambito in cui mancano i segnali di ripresa è l’occupazione, che resta sostanzialmente ai livelli del periodo di crisi, pur a fronte di un incremento degli ingressi di mezzo punto percentuale”.
La variazione tendenziale degli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese artigiane presenta ancora una dinamica negativa marcata per il mercato interno (-1,8%), mentre il mercato estero accelera sensibilmente (+5,3%). Il dato congiunturale mostra maggiore omogeneità, con l’interno in crescita dello 0,4% e l’estero dello 0,8%.
Il saldo dell’occupazione è positivo con un incremento degli ingressi (dal 2,0% al 2,5%) e un tasso d’uscita pressoché stabile (2,1%). Il ricorso alla CIG rallenta, con la quota di aziende che si riduce all’8,2%. In leggero incremento, invece, la quota sul monte ore (1,5%).
A fronte di aspettative sulla domanda estera positive si segnalano le aspettative sulla produzione, occupazione e ordini interni ancora in territorio negativo. Se le aspettative della domanda interna, pur negative, mostrano una tendenza crescente, in questo trimestre per la produzione si registra un incrementano del saldo negativo. Sono invece stabili i saldi per l’occupazione. Rimane consistente la quota di artigiani che prevede stabilità dei livelli pari al 58% per la produzione, al 60% per la domanda interna, al 74% per la domanda estera e all’87% per l’occupazione.