Confartigianato ha incontrato alla Camera il premier incaricato Pierluigi Bersani

DAL RIGORE NECESSARIO ALLA NECESSITA’ DELLA CRESCITA

Un governo che guardi all'economia reale, affrontando i problemi essenziali e l'emergenza economica. Che vuol dire, innanzitutto, agire per il lavoro, tagliare le tasse e pagare i debiti della pubblica amministrazione. Sono queste le priorità che Confartigianato, membro di Rete Imprese Italia ha indicato al premier incaricato Pier Luigi Bersani nel corso delle consultazioni alla Camera con le forze sociali. 

La riduzione della pressione fiscale, infatti, assieme alla richiesta di scongiurare l'aumento dell'Iva da luglio, è anche il primo punto del documento che Rete Imprese Italia ha presentato a Bersani (semplificazione normativa e amministrativa, credito alle imprese, mercato del lavoro gli altre tre punti).

Vediamo nel dettaglio le richieste presentate al premier incaricato:

1. RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE

La prossima agenda di governo deve prevedere, come prioritari, interventi volti alla progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a carico dei contribuenti in regola.

Ciò non potrà che essere il risultato dell’avanzamento contestuale del contrasto e del recupero di evasione ed elusione  da una parte,  e dell’avanzamento deciso, dall’altra, di una spending review capace non solo di bonificare inefficienze, improduttività e veri e propri sprechi largamente presenti nella struttura della nostra spesa pubblica, ma anche di stimolare la ridefinizione e la razionalizzazione del perimetro complessivo della funzione pubblica e della sua ridondante complessità di livelli istituzionali ed amministrativi. Occorre:

·        scongiurare, prima di tutto, l’ulteriore innalzamento dell’aliquota IVAprevisto a partire dal 1° luglio prossimo. Si tratterebbe di un aumento che causerebbe un ulteriore crollo della domanda, mettendo a rischio gli esiti del gettito o innescando un ulteriore effetto recessivo;

·        ridurre l’imposizione Irap, mediante un progressivo incremento della franchigia ed una progressiva eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile, definendo al contempo le imprese non soggette ad Irap perché prive di autonoma organizzazione;

·        escludere dall’IMU gli immobili strumentali all’attività d’impresa, considerando che si tratta di beni che non rappresentano una forma di accumulo di patrimonio e che subiscono già una tassazione attraverso il loro concorso alla produzione del reddito di impresa;

·        ridefinire il tributo rifiuti e servizi TARES, strutturando un nuovo sistema tariffario che rappresenti al meglio la reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche.

 

2. PROSEGUIRE NELL’AZIONE DI SEMPLIFICAZIONE

Bisogna inoltre fare scelte decise di semplificazione normativa e amministrativa: non costa, ma libera risorse per la crescita, favorendo un miglior ambiente imprenditoriale.  Per avere contezza dell’importanza del tema per le imprese, basta ricordare che il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha stimato in oltre 23 miliardi di euro l’anno gli oneri amministrativi relativi ad 81 procedure particolarmente rilevanti per le imprese. In tale ottica le imprese non devono – e non dovranno più – subire un sistema come il SISTRI: sistema segnato da profonde disfunzionalità di ordine operativo e tecnologico che ne rendono necessaria una integrale rivisitazione.

 3. DARE CREDITO ALLE IMPRESE

Le piccole imprese hanno sempre più difficoltà di accesso al credito e sempre meno capacità di fronteggiare il loro fabbisogno finanziario. È quindi necessario:

·        sfruttare il via libera dato dalla Commissione Europea per risolvere definitivamente il problema dei pagamenti della PA identificando modalità operative semplici, veloci e di impatto immediato (come la compensazione secca e diretta tra i debiti degli enti pubblici verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo stato);

·        al fine di contrastare il credit cruch in atto, promuovere un intervento concertato con gli altri Stati Europei presso le Istituzioni Europee e, in particolare presso la BCE, affinche' quest'ultima eroghi speciali finanziamenti alle banche con vincolo di destinazione a favore del credito alle imprese. In tal modo si aiuterebbe il sistema bancario a reperire la liquidita' necessaria a tassi favorevoli che pero' dovrebbe essere obbligatoriamente utilizzata per fornire supporto al sistema delle imprese (quanto meno per le necessita' finanziarie a breve termine).

 4. SVILUPPARE LE IMPRESE SOSTENENDO IL MERCATO DEL LAVORO

Serve una inversione di rotta rispetto ai continui incrementi dei costi diretti ed indiretti sul lavoro, che seguono il progressivo arretramento dello Stato dalla spesa sociale e dai servizi al lavoro. Occorre pertanto:

·       intervenire su costo del lavoro con un piano di interventi strutturali da realizzare in un tempo definito e con una riprogrammazione della spesa pubblica;

·       garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto l’anno 2013, individuando le risorse in risparmi di spesa e non come ancora si pensa, utilizzando i contributi che le aziende destinano alla formazione continua da realizzare con i fondi interprofessionali;

·       sviluppare gli incentivi per l’assunzione di giovani e favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro anche come imprenditori

·       al fine di creare nuove opportunità lavorative bisogna consentire alle imprese di utilizzare tutte le forme contrattuali, nel rispetto delle norme di legge, ma senza penalizzazioni.

Sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese Lomellina Stefano Bellati: “C'è l'assoluta necessità e urgenza di dare subito un governo al Paese, richiesto dalla drammatica situazione economica che sta attraversando e dalle imprese che sono al collasso. Anche per la mancanza di liquidità: per questo bisogna pagare immediatamente i debiti della Pubblica amministrazione”. 

 “Il compito fondamentale della legislatura che verrà – prosegue Bellati –  deve essere, dunque, quello di realizzare una compiuta integrazione tra la disciplina fiscale e del pubblico bilancio e le esigenze di crescita ed equità. Perché questa integrazione è la condizione fondamentale per consolidare la credibilità dell’Italia e per ricostruire la fiducia nel suo futuro”.

Oltre a questi punti, condivisi con le altre Organizzazioni appartenenti a Rete Imprese Italia, Confartigianato ha presentato a Bersani una proposta per l’introduzione del diritto alla compensazione universale dei crediti commerciali verso qualunque ente o organismo pubblico.

Tale proposta prevede la possibilità sia per i crediti maturati prima del 31/12/2012, sia per quelli maturati dopo quella data,  di compensare i crediti non formalmente contestati con debiti di qualunque genere verso qualunque ente o organismo pubblico (tributari, fiscali, contributivi, sanzionatori).

La proposta si applica a crediti maturati verso le P.A. decorsi 30 giorni dalla scadenza del termine contrattualmente convenuto (prima del 31/12/2012) o come previsto dal D.Lvo n. 192/2012, ovvero decorsi comunque 60 giorni, nel caso di termine non definito (sia per i crediti ante 31/12/2012 sia per quelli post 1/1/2013).

L’ impresa che fa valere la compensazione universale, rinuncia definitivamente a pretendere gli interessi maturati per il ritardo.

Il contenuto di tale proposta individua ed introduce un diritto generale alla compensazione dei crediti commerciali in favore delle imprese verso le P.A.

Il processo  di compensazione avverrebbe con la produzione di una autocertificazione con firma autenticata da parte dell’impresa creditrice, corredata da estratto autentico delle scritture contabili o della copia autentica delle fatture emesse,  nella quale si attestano una serie di informazioni quali l’entità e la descrizione del credito, l’amministrazione presso la quale il credito è vantato, l’avvenuta scadenza del termine ed il tempo trascorso e la dichiarazione di non aver ricevuto nessuna formale contestazione da parte della P.A. debitrice.

L’impresa a questo punto procede a compensare automaticamente attraverso il modello F24, i propri debiti verso la P.A con gli importi vantati a titolo di credito commerciale, detraendoli dal totale dell’importo dovuto. Copia di tale modello dovrà poi essere inviata telematicamente all’amministrazione dei confronti della quale si ha il debito.

L’amministrazione che riceve la documentazione inviata dall’impresa contabilizzerà gli importi oggetto della compensazione, trasformandoli in un proprio credito nei confronti dell’ Amministrazione originariamente debitrice nei confronti dell’impresa e trasmette a Equitalia il dossier per permettergli di procedere all’esazione degli importi dovuti presso l’amministrazione originariamente debitrice verso l’impresa.