Come sta reagendo la Svizzera all’emergenza sanitaria che ha investito l’Europa? Quali sono le previsioni per la ripresa economica?
Le previsioni
Per il 2020 è previsto un calo del PIL del −6,2 % e un tasso di disoccupazione medio annuo del 3,8 % (il più grave crollo economico dal 1975).
I provvedimenti di politica sanitaria adottati a metà marzo per contenere la diffusione del coronavirus hanno infatti costretto molte aziende a limitare o sospendere le loro attività commerciali. Di conseguenza il PIL ha subìto un forte calo già nel 1° trimestre del 2020. Per il 2°trimestre, durante il quale le attività economiche sono state condizionate dai provvedimenti per un periodo più lungo, si prevede un crollo delle attività economiche ancora più grave.
Tuttavia, data la rapida diminuzione dei casi di COVID-19, alla fine di aprile è stato possibile allentare i provvedimenti di politica sanitaria più velocemente rispetto alle ultime previsioni, migliorando così le aspettative a breve termine rispetto a quelle di aprile.
Le difficoltà
Parallelamente, gli sviluppi economici internazionali stanno influendo in maniera negativa sui comparti del commercio estero svizzero più sensibili alle variazioni congiunturali.
Nella primavera 2020 l’economia mondiale è entrata in recessione. Finora alcune potenze economiche non sono riuscite a tenere sotto controllo la pandemia. Inoltre, le perdite dovute alle misure di contrasto del virus sono state talmente ingenti da frenare la ripresa congiunturale. Pertanto, secondo il gruppo di esperti della Segreteria di Stato dell’Economia Svizzera la ripresa delle attività economiche internazionali sarà stentata.
La ripresa
Nel 2021 l’economia svizzera dovrebbe continuare sulla scia di una moderata ripresa: il gruppo di esperti prevede un aumento del PIL del 4,9 % (previsione di aprile: 5,2 %).
Ciò sarà possibile, a patto che non sia necessario un ulteriore inasprimento dei provvedimenti di politica sanitaria, che gli effetti economici di secondo impatto come licenziamenti e fallimenti aziendali siano limitati e che la domanda estera si normalizzi.
In uno scenario del genere, a livello nazionale le spese per i consumi e gli investimenti dovrebbero progressivamente aumentare. Per quanto riguarda il mercato del lavoro la situazione migliorerà, ma lentamente: nel 2021 la disoccupazione potrebbe arrivare al 4,1 % in media annua, mentre l’aumento dell’occupazione sarà piuttosto contenuto.
Rischi congiunturali
L’andamento della congiuntura è strettamente legato a quello della pandemia. Pertanto, le previsioni sono caratterizzate da un grado straordinariamente alto di incertezza.
Da un lato la ripresa economica potrebbe essere più rapida del previsto, per esempio se le misure venissero allentate più rapidamente, se i consumatori in Svizzera fossero meno titubanti a causa del coronavirus o se la ripresa all’estero dovesse essere più positiva del previsto. Dall’altro, la pandemia potrebbe riaccendersi sia in Svizzera sia presso i suoi principali partner commerciali provocando un’ulteriore stretta delle misure di contenimento del virus.
Ipotesi e azioni
In uno scenario del genere la ripresa sarebbe più lenta e sarebbero più probabili effetti di secondo impatto tali da provocare grandi ondate di licenziamenti o di fallimenti, con massicce ripercussioni su tutto l’orizzonte previsionale.
La necessità di varare misure di stabilizzazione fa aumentare rapidamente l’indebitamento di Stati e aziende, alimentando anche il rischio di perdite creditizie e insolvenze che potrebbero minacciare, in ultima analisi, la stabilità del sistema finanziario. È elevato anche il rischio di turbolenze sui mercati finanziari e di un ulteriore apprezzamento del franco.
Infine, il conflitto commerciale internazionale mette in pericolo la congiuntura a livello mondiale, mentre in Svizzera rimane il rischio di forti correttivi nel settore immobiliare.
Fonte: Segreteria di Stato dell’Economia
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