Investire in pubblicità è ancora un buon investimento? Alla domanda ha provato a rispondere la manovra correttiva introducendo un’agevolazione – in forma di credito d’imposta – per le imprese che sceglieranno di farsi conoscere attraverso la carta stampata o i giornali online. Proprio l’estensione al mondo web, oltre che agli enti non commerciali (associazioni, per intenderci), sono le principali novità introdotte dalla norma, per la quale è comunque atteso uno specifico decreto attuativo.
Qualche certezza, comunque, c’è già. A cominciare dall’importo, 62,5 milioni di euro, stanziati per incentivare le imprese e i lavoratori autonomi a impiegare strumenti pubblicitari sulla stampa periodica e quotidiana (nazionale o locale) anche online, sulle emittenti televisive e sulle emittenti radiofoniche locali (analogiche o digitali) per accrescere e sviluppare la propria attività e sostenere, al contempo, un comparto in crisi come quello dell’editoria.
Le imprese potranno beneficiare di un credito d’imposta del 75%, che salirà al 90% in caso di investimenti effettuati da micro, piccole o medie imprese e startup innovative, purché le testate individuate siano iscritte al Registro degli operatori della Comunicazione e abbiano un direttore responsabile e al netto del fatto che gli investimenti effettuati dall’entrata in vigore della norma siano almeno dell’1% superiori rispetto a quelli fatti l’anno precedente sui medesimi mezzi di informazione.
La norma, peraltro, prevede che a poter godere del cosiddetto “bonus pubblicità” siano tanto gli investimenti effettuati nel 2018 quanto quelli messi in atto tra il 24 giugno e il 31 dicembre 2017.
Il credito d’imposta potrà essere utilizzato in compensazione tramite modello F24 e non sarà cumulabile con altre eventuali agevolazioni relative ad analoghe voci di spesa. Gli interessati al beneficio dovranno presentare una sorta di prenotazione telematica tramite una specifica piattaforma dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello messo a punto dall’Agenzia stessa.