«Sta diventando insostenibile il trasporto delle merci, anche di quelle essenziali. L’autotrasporto italiano è al collasso». Questo il grido di allarme che Confartigianato Trasporti lancia al Governo, raccogliendo le migliaia di segnalazioni provenienti dalle imprese associate da diverse parti del territorio nazionale, comprese le isole, da cui i trasporti delle merci sono divenuti insostenibili.
Da un lato la crisi di liquidità nelle casse aziendali dovuta alla mancanza dei pagamenti da parte dei committenti, dall’altra l’aumento dei costi e l’impossibilità di bilanciare le perdite con i viaggi di ritorno stanno di fatto comportando il collasso del settore. Fino ad oggi l’autotrasporto, che l’emergenza dovuta al Covid-9 ha fatto finalmente percepire come essenziale per la vita di tutti i giorni dei cittadini, ha garantito la mobilità delle merci assicurando la continuità logistica al Paese.
Ma le criticità sono tante e, per certi versi, non è più conveniente far viaggiare i camion perché le imprese stanno lavorando in perdita con viaggi di ritorno a vuoto, dovendo però sostenere costi fissi, pagare carburante e assicurazioni, anticipare la cassa integrazione ai dipendenti senza avere più risorse per farvi fronte.
Ed anche gli ultimi provvedimenti non sono andati nella direzione sperata. Il cosiddetto “Decreto Liquidità” non ha previsto un canale prioritario per l’accesso al credito delle imprese del settore come Confartigianato Trasporti ha richiesto alla Ministra De Micheli.
«E’ urgente prevedere un meccanismo certo per sostenere economicamente le imprese seguendo l’esempio di altri Governi che non hanno esitato a rimpinguare direttamente i conti correnti aziendali. Tutto ciò è necessario – conclude Confartigianato Trasporti – perché le imprese di trasporto e logistica, pur tra mille difficoltà, vogliono continuare a lavorare ed anche quelle realtà che l’emergenza ha costretto a fermarsi, vogliono riprendere al più presto l’attività lavorativa se messe nelle condizioni di farlo».