Appello della Pmi lomellina a Sala, Appendino e Raggi: i rifiuti raccoglieteli col triciclo

Inizia oggi, con El Ciclo e le due ruote ecologiche, il racconto di imprese speciali, particolari, con la voglia di raccontarsi e di raccontare qualcosa di unico. Sono le imprese di Confartigianato Lomellina. Imprese anche molto diverse le une dalle altre, ma accomunate dalla voglia di novità, sviluppo, crescita, formazione e specializzazione.
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Lubiana «capitale green» in Europa, Parigi e Barcellona con i loro piani per ridurre gli spostamenti in auto, Pontevedra in Galizia interamente pedonalizzata (alle auto ha concesso solo una zona da percorrere a 30 chilometri orari), Torino che vuole rivoluzionare mobilità e trasporti, Roma e Milano che si stanno attrezzando per vietare il transito dei mezzi diesel, ma solo a quelli privati. La prima lo farà entro il 2024, mentre la seconda si è data come termine ultimo il 2030. Eppure a giocare un ruolo sostanziale in tutto quello che è mobilità sostenibile, sarà la bicicletta. Sia a spinta muscolare (ci sali e pedali, sudando) che elettrica: la pedalata è assistita e si fatica un po’ meno.

A Vigevano, in via Carrobbio 16 (in pieno centro), l’ingegnere Carlo Marin ha fondato nel 2010 “El Ciclo”: progettazione, produzione e assemblaggio di biciclette vintage (si è ispirato ai modelli degli anni Quarata del Novecento) alimentate a batterie elettriche. Per ogni scopo: da passeggio e da lavoro. Da un lato le due ruote (ma si arriva anche a tre) e dall’altro i mezzi – carico e scarico rifiuti e corrieri – pensate apposta per quelle pubbliche amministrazioni che sulla riduzione dello smog e sull’impatto ambientale ci hanno già lavorato o ci stanno lavorando.

DESIGN PROGETTATO PER IL FUTURO
Da qui l’appello che l’imprenditore rivolge ai sindaci Beppe Sala (Milano), Chiara Appendino (Torino) e Virginia Raggi (Roma): «Da noi troverebbero qualche buon compromesso tra praticità, funzionalità e design proiettato nel futuro. Ed è proprio pensando alle loro esigenze che la nostra azienda ha studiato Cyclean: triciclo elettrico a pedalata assistita per la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento delle strade pensato anche per lo scarico nei camion compattatori. Non inquina, non fa rumore, è adatto ai centri storici, zone residenziali a traffico limitato, parchi, piste ciclabili», dice l’imprenditore. Ma anche per muoversi in località turistiche e termali, lungomare, negli spazi circostanti gli alberghi e i club.

I NUMERI RIMANGONO BASSI
Della tradizione artigianale, Marin e il socio Pierluigi Arati hanno mantenuto la passione, l’entusiasmo e la voglia di non mollare mai. «Anche se da sette anni, a Vigevano, abbiamo venduto solo dieci biciclette. Contando anche i tricicli per i servizi della PA, all’anno riusciamo a piazzare non più di venti mezzi», dice Marin. Questione di sensibilità culturale, anche se per “El Ciclo” il mercato di riferimento resta l’Italia: «E’ per questo che vogliamo scommettere sul nostro Paese aprendo contatti più soddisfacenti con le amministrazioni pubbliche, a partire da quelle comunali. Se penso che ogni giorno, nell’Area C di Milano, entrano 27mila furgoni inquinanti non posso non chiedere a Sala di guardare con attenzione ai mezzi sostenibili. Una nostra bicicletta, per esempio, ha un’autonomia di 80 chilometri: la stessa distanza che separa Trezzo sull’Adda da Lecco. Conti alla mano, si risparmia», incalza Marin. Che con i suoi tricicli elettrici ha conquistato l’interesse dei colossi delle consegne Ups (a Verona) e Gls (uno a Mestre e due a Padova), di Adidas e anche di alcuni imprenditori nel settore dei servizi: «I nostri mezzi sono personalizzabili e soddisfano qualsiasi esigenza anche negli allestimenti: si possono trasportare i turisti per visite guidate nei centri storici così come trasformarli in cucine per lo street food».

LAVORO ALL’INDOTTO E LOGISTICA DELL’ULTIMO MIGLIO
Inutile dire che Marin sogna il Trentino e le Langhe – «territori dove le biciclette a pedalata assistita vanno alla grande» – ma anche un futuro diverso per la sua azienda che, proprio a Vigevano e dintorni, dà lavoro ad un indotto fatto di imprese che trattano l’alluminio e l’acciaio (materiali con i quali sono realizzati i telai), verniciano e producono i singoli componenti. Nell’epoca della «logistica all’ultimo miglio, con gli 80 milioni di euro dell’Unione Europea», sottolineano gli imprenditori, si potrebbe dare un nuovo senso a quello che facciamo ogni giorno. Perché «con i mezzi elettrici ci si muove in un modo diverso e si cambia stile di vita. In meglio».

Ovviamente anche per le famiglie, perché le biciclette di Vigevano sono attrezzate anche con cassoni in mogano, di diverse misure, nei quali possono trovare comodamente posto anche due bambini: «Gli stranieri ci sono già abituati, così noi abbiamo modelli diversi (siamo stati i primi in Italia, nel 2011, a produrre biciclette elettriche in stile vintage) che possono piacere a tutti: il Transformer, l’Allungata, la Carriola o il Tandem. Mezzi biammortizzati, con batteria nascosta e un design dall’inconfondibile stile italiano».

TUTTO SI MUOVE IN MODO ECOSOSTENIBILE
Tutto, insomma, sembra dare ragione a Marin: l’Europa si sta muovendo, l’Italia ci sta ragionando ma non è così in ritardo. Perché proprio nel nostro Paese è stata approvata nel 2017 la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica che valorizza il ruolo non solo ricreativo della biciletta, ma anche la sua importanza come mezzo di trasporto per le esigenze quotidiane.

Un punto a favore per l’ambiente, le città, i trasporti e la mobilità dolce che sostiene l’invito fatto da Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, in occasione del Rapporto 2017 sulle performance ambientali delle città: «Nella città che vorrei i cittadini fanno la raccolta differenziata dei rifiuti come a Mantova, l’aria è pulita come a Bolzano, la mobilità è sharing come a Milano, le biciclette si muovono in sicurezza come a Pesaro, si risparmia acqua come a Pordenone e l’energia viene prodotta con il solare come a Bologna. Sindaci, copiatevi!».