«Sarà l’anno delle “reti” e, me lo auguro, dei ponti e delle strade». Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, guarda al 2018 come a un anno di “transizione” per le Pmi, la micro economia locale e la macro economia nazionale e internazionale. «La ripresa iniziata nel 2017 non s’è consolidata e, al contrario, siamo entrati in una fase di stagnazione che ha gelato la fiducia e, al contempo, ha imposto alle imprese nuove e più significative sfide per riuscire ad affrontare un mercato più complesso e ampio del passato».
UN ANNO CHE INIZIA IN SALITA
È dunque in salita la rampa di accesso al 2019, l’anno che dovrà essere della svolta. Pena una frenata che l’economia – dopo dieci anni di crisi ininterrotta – rischierebbe di non reggere.
«Pessimismo? Direi piuttosto realismo» conferma Grechi, che al mondo delle istituzioni e alla Camera di Commercio lancia un messaggio di coesione: «La nostra associazione, che in questo anno ha concluso il passaggio completo dei servizi su Artser, ha scelto di attrezzarsi per accompagnare le imprese e sostenerle in tutti i processi di digitalizzazione, internazionalizzazione, fiscalità e riorganizzazione interna indispensabili per acquisire ampi margini di qualità e competitività. A questo punto siamo pronti ad affrontare una fase di rinnovata collaborazione con tutti coloro che vorranno sostenere questi sforzi da parte del tessuto economico locale, senza chiudersi o combattere battaglie di retroguardia».
Maggiori sinergie saranno, di fatti, indispensabili per stimolare le energie migliori del territorio e per far ritrovare agli imprenditori il coraggio di investire sulla Lomellina, rilanciandola. «Non bastano le macchine, saranno sempre più le persone a fare la differenza, ed è su di loro che dobbiamo puntare» rimarca Grechi, rinviando ai freni che incidono negativamente sull’impresa: «Ad oggi non sappiamo cosa porterà la manovra di Bilancio e l’incertezza normativa, che evidenzio con preoccupazione, impedisce di programmare attività e investimenti, anche in occupazione».
MARKETING DI UN TERRITORIO NELLA SUA COMPLESSITÀ
E come può, un’economia con la palla al piede dell’incertezza, mettersi a correre e trascinare il territorio? «Su questo mi appello a coloro che ci rappresentano a Roma: non perdiamo tempo, è oggi che dobbiamo fare le scelte per affrontare il 2019 nel modo migliore». Vale anche per i territori, ripiegati spesso e volentieri sugli individualismi: «Chiedo a chi ci amministra di essere illuminato, di rinunciare a qualcosa per mettere a sistema i fondi e le risorse disponibili e investire non sui singoli comuni ma sull’intero territorio nella sua totalità, affinché possa diventare protagonista del proprio marketing territoriale».
Parola d’ordine: reti. Di territorio e di impresa. «Mi auguro che il 2019 sia l’anno dei ponti e delle strade. Penso al ponte sul Ticino, per il quale siamo vicini all’apertura e all’appalto della Vigevano-Malpensa. Creare reti anche infrastrutturali renderebbe il nostro un territorio aperto». C’è poi il capitolo imprese, in difficoltà per la stagnazione e per il contestuale rallentamento dell’export, ricaduto come una valanga direttamente e indirettamente sul polmone economico lomellino: «Le industrie trainanti sono esportatrici ma, se non vedono sbocchi sui mercati, rallentano gli sforzi anche sul mercato interno, contraendo i guadagni dell’indotto (impiantisti e contoterzisti)». Una catena di riflessi concatenati sulla quale agire giocando su nuove forme di collaborazione: «I concorrenti devono provare a dialogare e a collaborare per attrarre capitali, specie sulle aziende più piccole e meno strutturate».
Non consorzi o cooperative, ma «un’aggressione sinergica del mercato operata da più fronti e attraverso diverse professionalità». Sarà l’anno della resa dei conti, il 2019. Meglio affrontarlo facendo squadra e puntando sulle identità e sulle peculiarità. Guai a chi sceglierà di ripiegarsi su sé stesso, guardandosi indietro.