Il pane non è tutto uguale. Lo sanno bene i consumatori che ogni giorno sono alle prese con la difficoltà di capire se il prodotto che acquistano è davvero fresco. E lo sanno soprattutto i panificatori artigiani che da anni si battono per distinguere ciò che tutti i giorni esce fragrante dai loro forni rispetto alle altre tipologie di pane.
Qualcosa si muove: il 19 dicembre entrerà in vigore un decreto interministeriale che, dopo 12 anni di attesa, stabilisce la differenza tra pane fresco e pane conservato o a durabilità prolungata. Differenza che dovrà essere riconoscibile ai consumatori.
E’ un primo positivo passo all’insegna della chiarezza. Ma per i Panificatori di Confartigianato non basta. In particolare, secondo Confartigianato, è necessario coordinare e unificare in un testo unico le proposte normative per evitare sovrapposizioni e confusioni e definire in modo inequivocabile le caratteristiche del pane fresco. Tutto ciò per garantire la qualità della produzione artigiana, sempre più richiesta dai consumatori attenti ed esigenti. All’audizione in Senato, i Panificatori di Confartigianato hanno anche indicato la necessità di definire le caratteristiche del forno di qualità, in modo da renderle chiaramente riconoscibili, prevedere un preciso quadro di controlli e di sanzioni, armonizzare i corsi regionali di formazione professionale per i responsabili dell’attività produttiva.