«Sì al sostegno all’occupazione, no ai freni e alle complicazioni a discapito della piccola e media impresa». Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, guarda con preoccupazione ai provvedimenti del “Decreto Dignità” varato nella serata di lunedì 2 luglio dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro Luigi Di Maio. «La promessa di fare attenzione a chi paga le tasse su questo territorio e ci rimane è stata mantenuta con l’introduzione di sanzioni ai danni delle imprese che delocalizzeranno entro i cinque anni dall’ottenimento di contributi statale – prosegue Grechi – Più critica è invece la decisione di imprimere una stretta ai contratti a termine che sono, ad oggi, lo strumento attraverso il quale le Pmi stanno provando a ritrovare la solidità precrisi garantendo, comunque, un costante aumento dei tassi occupazionali».
La contrazione a dodici mesi della durata massima di un contratto senza causali potrebbe, infatti, penalizzare sia in termini di incremento dei costi che dei contenziosi.
«Nessuno ci può imputare di essere contro l’occupazione né le piccole e medie imprese hanno mai sostenuto il precariato, anzi: nelle nostre aziende il capitale umano è un valore assoluto e coltivato sin dai contratti di apprendistato per l’ingresso dei giovani nelle officine» prosegue Grechi. «Tuttavia al Governo suggeriamo prudenza e ascolto, in un momento di delicatissimo equilibrio tra ripresa e depressione». A reclamare un più elevato tasso di prudenza sono d’altronde le cifre stesse, che riflettono un mercato interno ancora debole e un export meno brillante rispetto al picco registrato nel 2017. Secondo il Rapporto Annuale 2018 presentato la scorsa settimana da Confartigianato, infatti, dopo l’anno record conclusosi a dicembre, le tensioni sui mercati internazionali hanno impattato sul Made in Italy, con esportazioni nel primo trimestre 2018 nei settori a maggior concentrazione di Mpmi cresciute del 2,8% contro il 6,3% del trimestre precedente.