Dici neuromarketing e, vocabolario alla mano, vai diritto a quel «complesso di tecniche di marketing che sfruttano le scoperte e le metodologie delle neuroscienze per determinare le forme di comunicazione più efficaci a influire sui processi decisionali del consumatore».
Cerchi neuroscienze e, sempre vocabolario alla mano, scopri che è «l’insieme delle discipline che studiano i vari aspetti morfofunzionali del sistema nervoso mediante l’apporto di numerose branche della ricerca biomedica, dalla neurofisiologia alla farmacologia, dalla biochimica alla biologia molecolare, dalla biologia cellulare alle tecniche di neuroradiologia».
Ma è parlando con Caterina Garofalo e Francesco Gallucci – rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione Ainem (Associazione Italiana di Neuromarketing) – che si comprende quanto effettivamente neuroscienze e neuromarketing siano entrati a far parte del linguaggio comune di un numero sempre maggiore di imprese, collaboratori e manager.
Il motivo? «Il neuromarketing è una disciplina focalizzata sullo studio dei processi decisionali e delle reazioni emozionali e cognitive delle persone agli stimoli sensoriali generati dalla comunicazione e dall’esperienza d’uso di prodotti e servizi». E, alla base del neuromarketing, altro non ci sono che le neuroscienze, mutuate ormai quasi due anni fa anche da VersioneBeta – la scuola di formazione permanente di Artser – il cui metodo formativo sui basa su alcuni dei principi fondamentali delle neuroscienze.
In primo luogo: tutto ruota attorno all’individuo e al suo sviluppo personale, alle sue conoscenze pregresse e alla sua consapevolezza di sapere o meno. Secondo aspetto: ogni individuo ha un suo modo personale di imparare e con la neuroscienza di possono prevedere e delineare i diversi stadi dello sviluppo cognitivo e applicarli a seconda del soggetto coinvolto.
Per questo, dall’inizio della sua attività, ogni corso di VersioneBeta è preceduto da una fase di test in base ai quali è possibile orientare al meglio il metodo formativo.
Ma fino a che punto, oggi, il neuromarketing è diffuso in Italia? Ainem, ancora una volta in collaborazione con la scuola di formazione permanente Versione Beta e alcuni dei principali protagonisti del neuromarketing italiano, ha lanciato ormai qualche giorno fa la prima ricerca sul neuromarketing rivolta a manager, imprenditori, collaboratori, esperti, consulenti e docenti.
Obiettivo: tracciare una mappa approfondita della sua diffusione, del suo attuale utilizzo e delle sue prospettive future. La fase di rilevazione terminerà a luglio e i risultati saranno presentati nel mese di novembre 2018.
COMPILA IL QUESTIONARIO E DIVENTA PROTAGONISTA DELLA PRIMA RICERCA NAZIONALE SUL NEUROMARKETING