L’impianto a “Regola d’Arte”: il seminario per fare chiarezza su obblighi e responsabilità

 

 

 

 

 

 

 

 

La legge viene prima di tutto. Però ci sono anche le norme tecniche, e quelle sono un porto sicuro. Parliamo della “Regola d’Arte”, il requisito fondamentale che ogni impiantista deve applicare nel momento della progettazione, costruzione, manutenzione, sostituzione e rifacimento di un impianto. Un concetto, la “Regola d’Arte”, che dovrebbe essere ormai consolidato per chiunque – micro e piccole imprese ma anche grosse industrie – ma che, invece, lascia ancora spazio a equivoci e dubbi

Non è raro, infatti, confondere la “Regola d’Arte” con la sola osservanza delle norme tecnicheanche se le due cose – dovrebbe ormai essere chiaro – non combaciano. Il rischio è dietro l’angolo: la legge non ammette ignoranza.

Se ne parla martedì 22 maggio, (inizio registrazione ore 15.30, avvio ore 16), al Centro Congressi Ville Ponti di Varese nell’ambito del seminario “A Regola d’Arte: obblighi e responsabilità civili e penali nella progettazione e nella realizzazione degli impianti” promosso da AreaBusiness/Confartigianato Imprese Varese in collaborazione con i main sponsor Concessionaria Crespi e Fogliani forniture elettriche e i partner Assiteca e Poretti Solutions.

Dopo l’introduzione di Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese, la parola passerà all’avvocato Antonio Oddouno fra i massimi esperti nella legislazione per la sicurezza dei prodotti e degli impianti, di responsabilità imprenditoriali e professionali e in materia di legislazione comunitaria nel settore tecnico. La conclusione sarà affidata a Davide Macchi, presidente regionale del settore impianti elettrici e membro del Consiglio nazionale impiantisti di Confartigianato.

 

 

 

 

 

 

 

PERCHE’ PARLARE DI “REGOLA D’ARTE”?
«Perché è questo il perno attorno a cui ruotano tutti gli obblighi e le responsabilità, ma anche le opportunità, dei soggetti professionali. Compresi gli impiantisti elettrici e termici», sottolinea l’avvocato. Il seminario (ore 16-20, aperitivo al termine) vuole essere un’occasione per mettere nuovamente in chiaro cosa si intende con “regola d’arte”, e per ricordare agli installatori quali potrebbero essere i problemi da affrontare se non il lavoro non venisse eseguito secondo quei criteri che richiamano le regole della sicurezza e della buona tecnica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SEMINARIO
L’incontro del 22 maggio si concentrerà sulla responsabilità civile e penale, sviluppata in un’ottica puramente legale, del progettista e dell’impresa impegnati nell’esecuzione, realizzazione e installazione degli impianti elettrici e termoidraulici. Responsabilità alla quale le imprese devono prestare particolare attenzione per non incorrere in sanzioni amministrative e penali.

L’INVITO (PDF)

A CHI SI RIVOLGE
Evitiamo che ci siano equivoci: prima ancora della Legge 46/90 e del DM 37/08, il Codice Civile si rivolgeva già a tutti: dall’impresa piccolissima a quella grandissima. Quindi, la “regola d’arte” interessa tutte le aziende del settore degli impianti e di qualsiasi dimensione.

IL CASO
L’approfondimento legislativo affidato all’avvocato Antonio Oddo si accompagnerà all’analisi di casi concreti partendo da una sentenza del Tar della Lombardia nei confronti del Comune di Gallarate. Il Tar della Lombardia aveva emesso, nel 2017, una sentenza particolarmente importante per gli installatori. Il caso: un condomino doveva sostituire una caldaia installata su una canna fumaria collettiva, e, dopo aver verificato che la canna fumaria non era idonea, ne chiedeva l’adeguamento al condominio che però decise di non intervenire per adeguarla. Il condomino allora decise di scollegare la canna fumaria e, nel rispetto della normativa, scaricò a parete con una caldaia tipo C a condensazione ed a bassa emissione di NOx.

A seguito delle contestazioni avanzate da un altro condomino, residente al piano superiore, il Comune emetteva un’ordinanza con la quale, richiamando la circolare 8/SAN del 1995 della Regione Lombardia, vietava al condomino lo scarico a parete e obbligava il condominio all’adeguamento della canna fumaria. Un caso particolarmente utile, per dirimere e chiarire ogni problema nel caso un impiantista si trovasse a dover sostituire un apparecchio a gas in un condominio con scarico in canna fumaria collettiva (ramificata o meno) non idonea.

Per riservare la prenotazione seguire il link sottostante e compilare il form on-line in fondo alla pagina:

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PER INFORMAZIONI
mario.resta@artser.it