L’Inps, ha reso noti i minimi retributivi giornalieri per il calcolo di tutte le contribuzioni da applicarsi per il 2017.
Visto l’andamento dell’inflazione, i valori 2016 sono stati confermati.
La retribuzione da utilizzare a base del calcolo dei contributi di previdenza ed assistenza sociale non può essere inferiore all’importo delle retribuzioni stabilito da leggi, regolamenti, contratti collettivi, stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative su base nazionale, ovvero da accordi collettivi o contratti individuali, qualora ne derivi una retribuzione d’importo superiore a quello previsto dal contratto collettivo.
Questa previsione vincola tutti i datori di lavoro, indipendentemente dall’adesione o meno alle associazioni di categoria firmatarie dei CCNL.
Il reddito da assoggettare a contribuzione deve essere adeguato, se inferiore, al limite minimo di retribuzione giornaliera che non può essere inferiore al 9,50% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti in vigore al 1° gennaio di ciascun anno ( 501,89 euro).
La rivalutazione, in base alla legge 208/2015, non può essere negativa, anche in presenza di un indice Istat negativo, come avvenuto per gli indici dei prezzi al consumo per il 2016 e il 2015, accertata dall’Istat, pari a – 0,1%.
Di conseguenza, la misura per l’anno 2017 del limite minimo di retribuzione giornaliera e degli altri valori per il calcolo delle contribuzioni dovute per la generalità dei lavoratori dipendenti rimane quella del 2016, vale a dire 47,68 euro.
La retribuzione giornaliera minima per le retribuzioni convenzionali ammonta a 26,49 euro.