In Lombardia, nel 2021, le richieste ai centri antiviolenza aumentano del 13%
Allora, bisogna parlarne. Perché la violenza sulle donne è una delle più devastanti violazioni dei diritti umani. È per questo che ogni giorno di ogni singolo anno il Movimento Donne Impresa Confartigianato agisce per liberare le donne dalla violenza in ogni sua forma, nel rispetto della persona e dei suoi diritti e contrastando gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata nella società. Così, anche per il 2022 Donne Impresa Confartigianato in Lombardia (regione dove, lo scorso anno, le richieste ai centri antiviolenza sono aumentate di oltre il 13%), propone una propria campagna contro la violenza sulle donne. Che è fatta anche di revenge porn (3.496 delitti, il 72% ai danni di donne) e di stalking.
La campagna social del Movimento Donne Impresa Confartigianato
La campagna social del Movimento Donne Impresa, in linea con le azioni promosse da Regione Lombardia e la sua campagna #NONSEIDASOLA, quest’anno propone una grafica diretta che rappresenta una bimba con lo sguardo fiero che porta le scarpe rosse, segno universale contro ogni violenza sulle donne. È il futuro che accompagna per mano il presente, la madre, a una nuova coscienza sulla sua dignità e il suo valore di persona. Un messaggio che nasce dalla consapevolezza che la violenza si combatte mettendo le donne nelle condizioni di poter scegliere il proprio destino attraverso il diritto allo studio, al lavoro e una migliore conciliazione vita-lavoro, partendo dall’educazione delle nuove generazioni.
Aumentano gli ammonimenti delle Questure
Nel periodo che va da gennaio a giugno 2022 sono aumentati gli ammonimenti. Una misura amministrativa che dà potestà al Questore di incidere in modo rapido sulla pericolosità delle persone che agiscono in situazioni di violenza domestica o di atti persecutori. Nei primi sei mesi del 2022 sono raddoppiati gli ammonimenti per violenza domestica e, nel 70% dei casi, il soggetto ammonito era un partner o ex partner. Dal 2020 ad oggi, poi, sono stati oltre 7.500 i soggetti a cui è stato notificato l’ammonimento per violenza domestica o per atti persecutori. E solo uno di questi si è successivamente reso autore di femminicidio, a dimostrazione che la misura preventiva gioca un ruolo decisivo nel bloccare il ciclo della violenza.
Il Protocollo Zeus
Questo avviene soprattutto nelle 54 Questure (il 47% del totale) in cui è operativo il protocollo Zeus. Attraverso questo strumento, il destinatario ha la possibilità – dopo la notifica dell’ammonimento – di intraprendere un percorso di recupero per maturare la consapevolezza del disvalore del proprio comportamento. Ad aiutarlo intervengono i professionisti dei Centri dedicati agli autori di comportamenti violenti o persecutori. Alcuni protocolli, inoltre, prevedono ulteriori strumenti di prevenzione che permettono di intervenire in anticipo sulle situazioni considerate più pericolose.