Il ministro delle infrastrutture blocca i sogni di un intero territorio. La pietra tombale per la superstrada Vigevano – Malpensa è arrivata nei giorni scorsi, quando Paola De Micheli a margine di una conferenza al Politecnico di Milano ha detto «stop» all’attuale progetto. Ne ha annunciato un altro, che sarà pronto entro fine anno, da sottoporre poi agli enti coinvolti. Molti sono scettici soprattutto per le tempistiche e scoraggiati da questo «ripartire da zero» proprio quando si sperava di essere in dirittura d’arrivo.
L’ennesima opera annunciata, poi rimandata e ora affossata sembrava l’unica possibilità per rilanciare non solo l’aeroporto, ma anche una zona periferica come la Lomellina, che da anni chiede a gran voce di avere un collegamento degno di questo nome non solo con Malpensa, ma anche con Milano. Il prolungamento della statale 336 sembrava l’ideale, in attesa di una linea ferroviaria degna di questo nome verso il capoluogo. Al fronte comune per il «sì» all’opera, che convogliava centri importanti come Vigevano e Abbiategrasso si contrapponevano sindaci di centri minori, Albairate, Cassinetta di Lugagnano, preoccupati per l’impatto ambientale del tracciato nelle loro campagne. Proprio loro a febbraio avevano presentato ricorso al Tar, vincendolo.
Intanto gli step necessari per arrivare alla superstrada, incluso il via libera del Comitato interministeriale per la programmazione economica, e il reperimento dei finanziamenti, erano già iniziati. Adesso è arrivato un altro «no». Lo scontro è anche politico. Da un lato il centro-destra, Lega in testa, che definisce l’opera «necessaria». Regione Lombardia con una delibera aveva confermato i pareri regionali favorevoli già espressi nel 2009 e nel 2017, e si dice pronta a dare battaglia. Dall’altro l’asse dei partiti ora al governo, 5Stelle e Pd. Il capogruppo pentastellato in consiglio regionale, Massimo De Rosa, si è detto favorevole alla decisione.
Sbuffano in Lomellina. Secondo Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, si tratta del colpo di grazia per un territorio già considerato “la Cenerentola della Lombardia”. «Siamo stufi delle proteste formali – incalza Grechi – dato che non servono a nulla. Non escludiamo manifestazioni. Siamo increduli e stanchi. Abbiamo perso ogni fiducia sul fatto che questo territorio, la Lomellina, possa interessare a qualcuno. Abbiamo sempre cercato di fare il massimo per uscire da un isolamento storico, decennale, e la superstrada era una condizione necessaria per lo sviluppo economico della zona. L’idea era nata dalla costruzione di Malpensa 2000. Siamo nel 2020. Cosa abbiamo ottenuto? Entro lo scorso dicembre i lavori dovevano essere appaltati, ma sembra che ogni governo che si sussegue debba mettere le mani sull’iter, in qualche modo». Secondo Grechi non si può più aspettare. Presentare un progetto ex novo, come ha annunciato De Micheli, significa affossare definitivamente la strada e con questo la speranza dei tantissimi già penalizzati da una viabilità pessima.