«Pronti per ripartire ma ci serve aiuto. Le tasse? Rinviate per due mesi, noi ne chiediamo 12»

Navigare a vista. Cercando di mantenere alta la soglia di attenzione e tenendosi pronti per quando si potrà ripartire concretamente. Malandra srl, azienda vigevanese specializzata in fusioni di alluminio in conchiglia e pressofusione per l’industria automotive, dei motori elettrici, petrolchimica, oltre che navale, aeronautica, e alimentare, nonostante il momento complesso ha le idee chiare: «Cerchiamo di andare avanti – commenta la titolare Melissa Malandra – e tenere alta la bandiera per i prossimi mesi, dando ai clienti la sicurezza che noi comunque, per le commesse future, ci siamo. I nostri principali clienti sono aperti, quindi dobbiamo garantire il servizio di produzione».
«Abbiamo cercato da subito di correre ai ripari attraverso la pulizia dei locali e una sanificazione profonda, dotando tutti i lavoratori di Dpi. La corretta distanza tra loro già esisteva, in quanto ognuno ha la propria postazione. E qualora qualcuno dovesse avere avvisaglie di malessere, nessun problema: resti a casa e pensi alla salute. Forse il fatto di essere una piccola realtà ci aiuta, riusciamo a gestire meglio la situazione. Qui ci conosciamo tutti molto bene, e abbiamo spazi ridotti da controllare».

TUTTO RIMANDATO A LIVELLO INTERNAZIONALE
In tutto questo, bisogna provare a capire cosa succederà: «A livello di commesse sta emergendo una situazione per certi aspetti di isterismo. Arrivano di colpo ordini da soddisfare subito, commesse che non ti aspettavi. Mentre quelle che attendevi non arrivano». Dopo la fiera tedesca Euroguss, a cui ha preso parte quest’anno per la prima volta, Malandra srl ha intrapreso un percorso di internazionalizzazione che inevitabilmente è stato frenato dalla situazione attuale: «Avevamo predisposto alcuni contatti, ma ora è come se tutto si fosse congelato. Dovremo attendere che tutto si calmi per poi ripartire. Ora stiamo cercando di insistere su progetti nuovi con clienti già in essere, puntando a fidelizzarli ulteriormente incrementando la collaborazione. Di fatto, con loro “cadi bene”: loro conoscono te, tu conosci loro».

SERVONO FATTI CONCRETI
In ultima istanza, quali azioni dovranno essere intraprese dal legislatore? «Dal governo – ammonisce Melissa Malandra – personalmente mi aspetto fatti e non parole. Per le piccole imprese come la nostra le tasse più gravose sono state solo rimandate, ma ciò che mi aspettavo era che le rinviassero non di due mesi, ma di almeno un anno. Attendo risposte concrete: dal concedere prestiti senza mille “radiografie” fino al sostegno ai grandi-piccoli investimenti. Se io, come azienda, voglio convertirmi e trasformarmi in qualcosa di migliore, mi devi aiutare a farlo. Altrimenti non ci sarà futuro». E ancora: «Ci aspettiamo, quindi, che l’Europa prima e l’Italia poi facciano la loro parte. Per rimanere in piedi in Italia ci vuole coraggio, e ora è arrivato il momento di dimostrare che senza le imprese non batte il cuore economico di un Paese. Ci consideriamo anche noi, come piccola attività, un ingranaggio importante di questo cuore e ora serve che le istituzioni e i governi sovranazionali come l’Europa lo difendano».