Coronavirus, nuova stretta anti spostamenti: scatta l’ordinanza del Ministero

Nuove restrizioni per contrastare la diffusione del coronavirus, che continua a crescere in Lombardia: inizia un nuovo braccio di ferro tra Milano e Roma. Da un lato, Regione Lombardia che, con il sostegno e la condivisione dei sindaci dei Comuni capoluogo, ritiene indispensabile un inasprimento delle misure contenute nei DPCM per poter fermare il contagio, che gli ultimi numeri mostrano essere ancora in crescita, con una diffusione che negli ultimi due giorni appare correre a ritmi ancora più sostenuti rispetto ai giorni precedenti. Dall’altro, il governo che questa sera, 20 marzo, ha emanato una nuova ordinanza firmata dal ministro Roberto Speranza, che introduce una “mini-stretta” alle norme del DPCM, dando l’impressione di voler rimandare alla scadenza del Decreto del presidente del consiglio Conte eventuali ulteriori restrizioni.

Nel mezzo, o meglio alla base, ci sono i sindaci e gli amministratori locali, che provano a rendere ancora più strette le maglie delle norme con una serie di ordinanze che impongono ulteriori divieti, a fronte di una consapevolezza ancora non troppo diffusa nella popolazione dell’importanza di rispettare il distanziamento sociale imposto dai Decreti.

L’ordinanza del ministro Speranza
L’ordinanza pubblicata questa sera, 20 marzo, entra in vigore già da domani, 21 marzo, e fino al 25 marzo, quando scadrà il DPCM che ha “blindato” gli spostamenti in tutta Italia. Queste le nuove restrizioni:

  • vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici;
  • non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;
  • sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro;
  • nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Le richieste di Regione Lombardia
«Abbiamo inviato al Governo una serie di proposte che, qualora non si ritenesse opportuno applicare in tutto il Paese, venisse comunque attuata nell’intera Lombardia. I dati sull’emergenza sanitaria ci impongono di agire nel minor tempo possibile: solo con un’ulteriore azione di contenimento dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire una tendenza sempre più grave». Il documento inviato al Governo prevede una serie di proposte, molte delle quali confermano quanto già previsto dall’ultimo Dpcm del Governo.

Tra le ulteriori e numerose richieste fatte pervenire oggi dalla Regione e dai sindaci al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che si propone rimangano in vigore fino al 30 aprile, si segnalano anche:

  • la sospensione dell’attività degli Uffici Pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
  • la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti cittadini;
  • la sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona (fra cui tabaccai, parrucchieri, barbieri, estetisti);
  • la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili;
  • il fermo delle attività nei cantieri temporanei;
  • la chiusura dei distributori automatici cosiddetti ‘h24’ che distribuiscono bevande e alimenti confezionati;
  • il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente.
  • Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.