La Rai ci riprova e ‘tartassa’ le imprese

CANONE RAI

 
Confartigianato denuncia: “Solleciti di pagamento del canone anche a imprese che non possiedono radio e tv”

Non bastavano il pagamento dell’IMU, dell’Irpef e delle altre imposte. In questi giorni su milioni di imprenditori italiani si sta abbattendo, per la seconda volta nell’arco di pochi mesi, un’alluvione di solleciti di pagamento del canone speciale Rai. Richieste – segnala Confartigianato – che, nella maggior parte dei casi, sono  illegittime perché rivolte ad aziende che non possiedono apparecchi radio-televisivi e quindi non devono pagare alcun abbonamento.

La Rai, insomma ci riprova. A febbraio aveva tentato di far pagare il canone alle imprese anche per il possesso di computer, tablet e smartphone, ma aveva dovuto fare dietrofront dopo la protesta delle Organizzazioni imprenditoriali e l’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico. Ora tenta di nuovo di ‘fare cassa’, imponendo il pagamento del canone indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive.

Un comportamento assurdo e illegittimo – sottolinea Confartigianato – che costringe gli imprenditori a dover dimostrare alla Rai di non possedere radio e tv, con un ulteriore adempimento burocratico.

“Pagare il canone Rai – afferma Stefano Bellati, Presidente di Confartigianato Imprese Lomellina – è un obbligo per tutti coloro che in azienda posseggono radio e televisioni. Ma non accettiamo il metodo di ‘sparare nel mucchio’ per rastrellare risorse. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di altri oneri e di adempimenti burocratici così pesanti e ingiustificati”.