Il Presidente Bellati scrive al Presidente del Consiglio Monti

Non ci spenga la luce

Gent. Pres. del Consiglio
Prof. Mario Monti

Un mese fa vidi in televisione un documentario concernente la situazione umanitaria e sociale in Corea del Nord.
Non mi soffermo su quella nazione che Lei conoscerà sicuramente e penso che convenga con me sulle difficoltà in cui versa quello stato dimenticato dall'altra parte del mondo.
Ad un certo punto del reportage i due giornalisti che si trovavano in un "supermercato" (nulla a che vedere con i nostri) a fare acquisti,tra gli scaffali poveri e accompagnati da due fidati uomini del governo, si ritrovarono al buio. All'improvviso. Nessuno fece una mossa e continuarono la loro attività dotandosi di candele. Alla domanda su cosa fosse successo, rivolta agli "accompagnatori", dissero che era uno stacco programmato giornaliero per il risparmio energetico. Pensai, quasi con pena per quelle persone,  in che stato (Stato) si trovassero. Quale speranza potessero avere per il loro futuro, se il Governo staccava la luce da tempo, come lasciava intendere la loro pronta reazione armandosi di candele. Speranza uguale a zero pensai.

Nella Sua nuova manovra mi sono imbattuto in "Cieli bui".

Caro Presidente, non discuto sulle potenzialità economiche o del risparmio che posso anche condividere. Ma mi permetta di non condividere lo stato d'animo che la Sua decisione può indurre. E' straziante. Perche se abbassiamo le luci vuol dire che e' finita. Fine dello spettacolo. Lei parlava di una luce in fondo al tunnel: la abbassi come meglio crede, ma cosi abbassa la fiducia degli imprenditori fino a spegnerla. Non lo faccia. E' un gesto che vorrebbe dire fiducia. Vorrebbe dire speranza. E mi creda ne abbiamo bisogno.

Senza nessuna decisione da "Caro Leader".

Stefano Bellati
Presidente
Confartigianato Imprese Lomellina