La sconfinata passione per il Made in Italy è una cosa; la dipendenza dalla tradizione, dallo stile e dai gusti italiani è “italomania”. La Polonia ne sa qualcosa, così come lo sanno le imprese – piccole e medie – che in questo Paese “campione europeo di crescita” (con un tasso al 4,2%) possono scommettere su un ampio mercato interno dei consumi pari al 61% del Pil.
La Polonia, considerata la Cina d’Europa, sta recuperando il ritardo con l’Europa occidentale e, secondo dati Istat, è ormai la settima economia dell’Ue con un Pil totale di 524 miliardi di euro. Con i suoi 38 milioni di abitanti, e una forte propensione al consumo da parte delle famiglie grazie a una crescita salariale superiore al 5%, offre un esteso ventaglio di opportunità commerciali anche alle Pmi italiane attive nell’agrifood.
VARSAVIA E L’ITALIAN WAY OF LIFE NEL FOOD
Ecco perché Confartigianato Artser, con l’esperto in Internazionalizzazione Matteo Campari, è presente al Warsaw Food Expo 2019: la fiera polacca più estesa e importante dedicata al settore alimentare e all’Horeca (Hotellerie – Restaurant – Cafè). Presente con quel bagaglio tutto italiano di profumi e sapori capaci di caratterizzare non solo l’italianità ma anche i singoli territori dello Stivale. Le sette imprese rappresentate da Matteo Campari alla fiera, infatti, fanno parte di quelle eccellenze capaci di attirare i buyer con fragranze che appartengono ad un preciso stile di vita. L’Italian way of life fatto di ricercatezze come lo sono quelle della Cascina Alberona di Mortara (che coltiva differenti qualità di riso e prepara ricette a base di risotti), della Dolcisapori di Varese (pasticceria, biscotteria, dessert freschi e surgelati), dei F.lli Collivasone di Parona (le tipiche Offelle di Parona e altre specialità locali ma non solo), del Lavana Caffè di Grantola (con le sue miscele profumate), la Loison (panettoni e pandori, veneziana e biscotti al burro), la Masè di Trieste (prosciutto cotto di Praga e prosciutto cotto di Trieste) e la Pasticceria Villani di Vigevano (arte pasticcera).
I PRODOTTI SI PRESENTANO DA SOLI. E TUTTI ASSAGGIANO
Matteo Campari ha raccolto le prime impressioni, più che positive, da parte dei potenziali buyer: «Tantissimi, perché la fiera è veramente affollata. Qui non si entra solo in contatto con i polacchi ma anche con i bielorussi e i russi, gli imprenditori e i clienti dell’Estremo Oriente. Importatori e ristoratori attirati dal grande appeal del Made in Italy. D’altronde il messaggio legato all’italianità è diretto e affascina chiunque: tutti si fermano di fronte allo stand di Confartigianato Artser incuriositi dai tanti prodotti che evocano una storia fatta di paziente ricerca nei sapori. E una volta assaggiati i prodotti, sul viso delle persone compare un sorriso di soddisfazione, e stupore, che esprime un totale apprezzamento per quello che rappresento l’Italia nel campo del food. Insomma, l’Italia è una nazione molto amata. E questo amore si moltiplica nella somma unica delle specialità culinarie. Il prodotto si presenta da solo».
VIVA IL CAFFÈ, MA VUOI METTERE IL PANETTONE?
D’altronde, la passione del consumatore polacco per il Made in Italy è una vecchia storia. Sarà anche per questo che, proprio a Varsavia, il numero di ristoranti e pizzerie italiane è in costante aumento, e se pasta e dolciumi rappresentano un punto fermo nelle preferenze dei polacchi, i salumi di casa nostra spopolano e registrano un trend sempre in crescita. Però, è il caffè ad aver conquistato per primo questa nazione, ed è per questo che tra le imprese dell’Associazione varesina non poteva mancare la Lavana Caffè di Grantola. Però, non si può non parlare del Panettone: «I dolci natalizi sono al top delle preferenze perché le feste tradizionali, qui, sono vissute con particolare partecipazione – continua Campari -. Ecco perché o buyer chiedono prodotti particolari che sappiano lasciare un segno. Inoltre, in questa economia che si sta sviluppando sempre più velocemente il settore del food conta ormai un alto numero di neo-imprenditori pronti a scommettere su format commerciali diversi: non è difficile, infatti, trovare il piccolo supermercato con, accanto, la piccola gastronomia. Insomma, l’abbinamento degustazione e negozio di delicatessen è vincente. E non è raro trovare imprenditori che hanno anche sette negozi a Varsavia organizzati secondo questo modello».
CHE BONTA’!
Il tempo è tiranno e i curiosi si assiepano di fronte allo stand: «Scusate – conclude il professionista di Confartigianato Artser – ma ora devo scappare». Dall’altro lato del telefono si ode un vociare inarrestabile e una serie infinita di domande miste a dichiarazioni inequivocabili fatte di “umm!”. Così è la bontà in ogni lingua del mondo.