Dura legge ma, per ora, legge. Il riferimento è al Decreto Legislativo 28/2011 che regola la qualificazione di installatore di impianti a fonti energie rinnovabili (Fer) e prevede un percorso formativo e di aggiornamento triennale al quale devono sottoporsi obbligatoriamente i professionisti del settore per poter mantenere l’abilitazione.
E qui suonano le note dolenti perché la normativa, adottata tre anni fa in Lombardia con il DR 8711 del 21 ottobre 2015, è stata recepita in modo poco omogeneo dagli altri enti regionali.
Motivo per il quale Confartigianato Imprese ha sottoposto il tema ai tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico chiedendo di arrivare quanto prima a una definizione chiara dell’applicazione della norma, all’allineamento delle regioni e alla registrazione dell’avvenuto adempimento dell’obbligo in Camera di Commercio senza versamento da parte degli imprenditori dei diritti di segreteria.
Oggi, di fatti, l’attestazione non viene inserita automaticamente e, di conseguenza, nessun cittadino può sapere se l’operatore al quale intende affidarsi sia realmente qualificato a installare pannelli solari termici e fotovoltaici, impianti a biomassa e pompe di calore.
«Una situazione di generalizzata incertezza dalla quale è necessario uscire rapidamente, nel rispetto di chi ha ottemperato tre anni fa a tutti gli obblighi normativi e per garantire garanzie di sicurezza all’utenza» commenta Davide Macchi, presidente regionale del settore impianti elettrici e membro del Consiglio nazionale impiantisti di Confartigianato.
La partita da un lato è dunque apertissima ma, dall’altro, la legge resta in vigore ed è importante che i professionisti lombardi e varesini possano continuare a esercitare con serenità la professione, senza incorrere in sanzioni.
«Sanzioni – prosegue Macchi – che, una volta ridefinito il perimetro normativo, sarà bene che, contrariamente a quanto avviene oggi, il legislatore provveda a effettuare, per evitare di ingenerare ingiustificabili disparità sul mercato e concorrenza sleale». Ad oggi, per esempio, in Lombardia possono operare professionisti provenienti da altre regioni anche se non in possesso dell’abilitazione Fer.
«La categoria si è dimostrata responsabile e altrettanta responsabilità chiediamo allo Stato» prosegue Macchi, che ricorda l’iter della normativa.
L’Italia, con il Decreto Legislativo 3 marzo 2011 (poi modificato dal Decreto-legge 63 del 2013) ha recepito la direttiva Ue 28/2009 e ha demandato alle Regioni l’obbligo formativo. La Lombardia ha ottemperato con il decreto regionale 8711 del 21 ottobre 2015, mettendo nero su bianco i passaggi per il mantenimento dell’abilitazione all’installazione e manutenzione straordinaria di impianti Fer (Fonti Energie Rinnovabili).
L’Ue con la direttiva 2001 dell’11 dicembre 2018 ha rimarcato la validità del sistema di certificazione degli installatori, rilanciandolo. Ora l’Italia dovrà nuovamente recepire e gli impiantisti chiedono che lo faccia solo dopo un confronto con gli operatori del settore.
La palla torna dunque nelle mani del Mise, al quale Confartigianato Imprese ha chiesto rimettere ordine a una deregulation che vede Regione Lombardia testa di serie e altre Regioni ben lontane dalla linea di traguardo non solo degli aggiornamenti, ma addirittura dell’applicazione.
«Salire sulle barricate è stato fondamentale per incassare un’apertura» annuncia Macchi che, tuttavia, non nasconde perplessità e rischi.
Sino a che la norma resterà in vigore, in Lombardia i corsi Fer effettuati tre anni fa scadranno allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2019. E ciò, per tutti gli operatori locali, significherà fine dell’abilitazione. Per ovviare al problema Confartigianato Imprese Artser ha già aperto per tutti gli impiantisti la possibilità di preiscriversi a corsi Fer che verranno erogati da Area Lavoro – VersioneBeta a partire dal mese di maggio e che, in caso di auspicato rinvio al 2020, manterranno la loro validità.
Un doppio fronte – istituzionale e formativo – per arrivare da un lato all’attuazione meno vessatoria della normativa e, dall’altra, per dare agli installatori la possibilità di prenotare per tempo l’aggiornamento, senza rischiare di trovarsi nell’imbuto della rincorsa di fine anno.
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